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Aggiornato: 6 giugno 2025


quel giorno, egli pure uscì a piangere dirottamente: e d'allora in poi, impossessato forse della idea di trovar sua madre nel seno dell'ampia natura, dov'era vissuto sempre, ogni fiato d'aria, ogni brezza la più sottile parevagli una voce melodiosa che lo chiamasse per nome, e diceva ch'era la voce della madre sua. E levatosi dal terreno, n'andava l

L'altra avea la corata tenerina, e sapea ben che Amore era possente; donde, commossa, scorda la dottrina, comincia a lagrimar dirottamente, e quando il singhiozzar le permettea: Convien lasciar... convien lasciar... dicea. Marfisa sempre va crescendo il pianto, dicendo: Io non lo posso, ché son morta. Intenerisce l'altra, che altrettanto apre a un ruscel di lagrime la porta.

»La mattina dopo, il fiume correva grosso e torbido e noi due ritte sulla via tenendoci per mano piangevamo dirottamente senza chiederci il perchè. Il babbo non era tornato. »Verso mezzodì due pescatori ci ricondussero la nostra barca. L'avevano trovata fitta capovolta in un banco di sabbia. »La disgrazia oramai era certa.

Vi avrei lasciata la vista... Chiamammo due o tre volte don Davide senza averne risposta. Credevamo che dormisse. Invece, il povero prete, entrato nel cubicolo, non seppe più reggere. Pianse dirottamente. Pianse nel silenzio soffocando i singhiozzi per non farsi sentire dai colleghi, pregando Dio di aiutarlo in un momento di tanta ambascia.

»Una mattina entro nella sua stanza e la trovo seduta sulla sponda del letto, col viso tutto sconvolto, pallida come un cadavere che piangeva dirottamente. »Gli feci mille domande, non mi disse altro se non che non si sentiva bene. »Poi, dopo il primo momento, si ricompose e fe' di tutto per dissipare le mie inquietudini. Mi assicurò che l'era passato, che stava bene, ma vedevo che non era vero.

Madonna Fiordalisa pianse dirottamente, quel giorno, stemperò il suo povero cuore; indi segui Messer Lapo a Firenze. Una mattina, la chiesa di San Nicolò, in via della Scala, era parata a festa. Madonna Fiordalisa, con un fitto zendado sugli occhi, entrò in quella chiesa e andò a sedersi sulla tribuna dell'altar maggiore.

Infatti bisogna essere legati ad una profonda amicizia, per odiarsi, talvolta, con tutte le proprie forze, e per voler mangiarsi il cuore reciprocamente, con delizia... Poi, ad un tratto, la mia Anima si mise a piangere dirottamente... IO. Suvvia! Non piangere! Non pensarci più... Domanda scusa ai tuoi amici, e tutto sar

Io le corsi dietro. Sapevo pur troppo quel che andava a fare. Aprì l'armadio e da un involto che sapeva di tanfo, tirò fuori un vestitino bianco, ingiallito dal tempo. Io nascosi il viso tra le mani e la mamma balbettò, piangendo dirottamente: Oh Guido, Guidino, perchè non sei morto? Prima di andare a letto, pregai.

Pensate poi com'io debba esaudirvi, quando è il re stesso che mi vuole inesorabile coi ribelli; cessate dunque, andate, lasciatemi!.... Lasciatemi!! replicò poi, e ruggì con un'asprezza spaventosa, sentendo ch'ella continuava a stringerlo alle gambe. E la Ginevra si staccò infatti e balzò in piedi tutta tremante, e si gittò disperata tra le braccia della sua donna che piangeva dirottamente.

Allora siete molto semplice!... Ma io non voglio farvi soffrire.... vi consolerò subito; vi dirò che ho sorpreso ieri sera Diana, sola nella sua camera, mentre piangeva dirottamente. Che hai? le ho domandato. Ella mi s'è gettata al collo: e mi ha detto ch'era tanto, ma tanto infelice.... povera creaturina! Due grosse lacrime rigavano le guancie vegete e dipinte della signora Teodora. Mi ha detto che voleva uccidersi.... non poteva più sostenere la vita.... Insomma, mi ha confessato che vi ama, e non amer

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