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Aggiornato: 17 maggio 2025
Viva la repubblica! 3 giugno 1849. I vostri mariti, i vostri figli, i vostri fratelli combattono il nemico della patria alle mura: voi avete diritto all'amore e alla protezione del paese. Il nemico, che si ritrasse l'altro jeri atterrito davanti agli uomini vostri, ha minacciato oggi colle bombe le vostre case. Voi siete donne romane, non potete impaurirvi ad una minaccia impotente, perchè le nostre truppe terranno il nemico lontano; combatteranno, occorrendo, coi vostri cari alle barricate; ma Roma deve protezione alle vecchie madri, ai fanciulli dei suoi difensori. Il Triumvirato decreta in conseguenza: Che le famiglie popolane, le cui case fossero minacciate dalle bombe o dal cannone, durante l'assedio a cominciar da domani, e occorrendo anche prima, avranno alloggio per cura del governo in case, palazzi o conventi fuori d'ogni pericolo: Che i rappresentanti del popolo in ogni rione riceveranno le domande, ne verificheranno la giustizia, e rilasceranno una carta d'ammissione ai locali, la lista dei quali verr
In questo frattempo un'altra guerra era scoppiata in Abissinia. Devo premettere, che per tradizione è privilegio del principe del Tigré di domandare al patriarca d'Alessandria l'Abuna, o vescovo cofto che deve risiedere in Abissinia e che solo ha il diritto di incoronare i sovrani.
Qui dice la storia come di quei giorni Vincenzo Gonzaga duca di Mantova fosse morto senza eredi e Carlo di Nevers duca francese, suo prossimo parente, si credeva in diritto di succedergli nel Mantovano e nel Monferrato .
I più sentono in core come io sento: io lo dico. Io dunque non gitterei, come voi, Manin, l'anatema su quei feritori: non direi loro, con ingiustizia patente: siete codardi; non direi al Partito, che non incuora quei fatti: fallirete allo scopo se non fate che cessino ma direi: «perchè ferite, o miseri? che sperate? se mai l'uomo ha diritto sulla vita dell'uomo, io so che la spia, il traditore, l'italiano, che accetta, per danaro, dall'oppressore straniero la infame missione di torturare o consegnare al patibolo i suoi fratelli intolleranti della servitù della Patria, son tristi e degni di morte; ma importa spegnerli? e potete spegnerli tutti?
Si piantò innanzi al padre e gli disse in tono risoluto: Ora basta. Sono in casa mia ed ho il diritto di farmi rispettare. Il vecchio volle insistere. Basta! gridò più forte il figliuolo. Ho il diritto a chicchessia m'oltraggi di mostrare la porta. Matteo indietreggiò d'alcuni passi, innanzi al viso fosco del figliuolo. Voi mi scacciate! esclamò egli. E sia: ma il cielo...
Ricordavasi così in digrosso del diritto romano, gli era rimasta qualche polvere in testa dei capitolari di Carlo Magno, delle decretali di Graziano, aveva un fioco barlume delle leggi statutarie, conosceva passabilmente la pratica forense, capì che per vivere conveniva prender le mosse per di lì.
«Il fondo sociale venne diviso in due parti: da una parte un capitale fittizio rappresentante il lavoro degli operaî, dall'altra il danaro degli azionisti. I salarî quotidiani, mantenuti al corso ordinario, furono assicurati agli operaî delle miniere quale interesse del primo di questi due capitali; pel secondo, gli azionisti acquistarono diritto a un interesse del 10 per cento. Si considerò poi il superfluo dei beneficî come un utile comune a tutta la societ
La sua opera nella quistione vitale della competenza e della revisione delle sentenze dei Tribunali militari deve essere esaminata e giudicata al lume dei fatti e del diritto; ed essa risulta uguale, se non peggiore, a quella del resto della magistratura, per incoerenza, per servilismo, per ingiustizia.
E la fede politica di questo partito nazionale si compendia nei pochi seguenti principî: L'Italia vuole esser NAZIONE: per sè e per altrui: per diritto e dovere; diritto di vita collettiva, d'educazione collettiva dovere verso l'umanit
La mia mazza babilonese, tagliata in un ramo diritto di nocciuolo, ha destata la maraviglia delle signore. Ho dovuto spiegare perchè sia così lunga, e la signora Berti se n'è sbigottita. Ci son dunque molte serpi, in montagna? No, su per giù quante ce ne sono in pianura, e inoffensive, se mai, cioè non velenose; ma bisogna potersi guardare, e in questi casi un bastone lungo, pieghevole e rustico, val sempre meglio d'una corta e pulita mazza cittadinesca. Terenzio Spazzòli mi ha dato ragione, osservando giudiziosamente che male servirebbe in questi luoghi l'alpenstock, tanto di moda oggidì, ed anche fatto di bambù; vero arnese di parata, che nei passi difficili serve poco a sostenere, e nei brutti incontri, dovendo assestare due o tre colpi, si spezza, o alla men trista si sciupa; mentre un buon bastone egualmente lungo, di nocciuolo o di fr
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