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Aggiornato: 8 giugno 2025
Dimmelo.... seguitò lui co' denti stretti, dimmelo, che è meglio per te. La povera fanciulla si riscosse, ma non rispose nemmeno questa volta.
A volte penso che non io sia cieco, ma che tutto siasi cancellato per sempre dallo spazio, che i colori, i contorni, siano andati perduti nel buio senza fine.... Dimmi che tu vedi le nuvole d'oro e il verde della campagna... dimmelo, Ernesta. «Lo vedo, lo vedrai tu pure, balbettava la povera donna con accento carezzevole.
«Via, disse il padre Anacleto, segnando col dito il cuore della fanciulla; le tue idee svaniscono, ma non svanisce quello che tu hai costaggiù. Dimmi il vero, Bianca, dimmelo che darai gloria a Dio! E perdonami se io entro in te, ma lo fo pel tuo meglio...; dimmelo, tu vuoi bene a qualcuno...»
Mario Clelia Mario.... Mario Sgualdrina! Clelia Non chiamarmi «sgualdrina»! Mario Lo hai trovato l’imbecille che ti paga bene.... Clelia Taci.... Mario E dimmi che non è vero.... Dimmelo! Clelia Mario Mi scacci? Clelia Mario
MINIO. Te vorria dir una cosa; ma non vorria che me raccusassi. LUZIO. Non te raccuso, alla fé. MINIO. Sí! sí! Non te lo credo. LUZIO. E dimmelo, de grazia: vòi? MINIO. O giurame prima, per la croce de Dio benedetta, de non me raccusare. LUZIO. Vedi, per questa croce, che non dirò niente. MINIO. Sai che me ha ditto lo mastro? che dica a mia sorella che lui li vole essere marito.
E, se forse avessi mutata fantasia e paresseti che con gli anni di tua figliuola non s'affacesseno i miei, che giá sono agli «anta» e forse gli passano, dimmelo arditamente: perché a tutto provederò, voltando i pensieri altrove; e te e me liberarò, in un punto, di fastidio, ché ben sai s'io son ricerco d'imparentarmi con altri.
LECCARDO. So che sei d'una naturaccia larga e liberale, che ciò che ti è cercato in presto tu doni. CHIARETTA. Su, di' presto, che vuoi? LECCARDO. Che mi presti la.... CHIARETTA. La che? LECCARDO. La..., mi vergogno di dire. CHIARETTA. Se ti vergogni dirmelo di giorno e in piazza, dimmelo all'oscuro in casa. LECCARDO. Vorrei che mi prestassi la gonna di Carizia.
Lunga pausa. Perchè? Perchè neh...? Perchè? Cos'è successo? Devo sapere.... devo sapere cos'è successo.... Morire, ah! Che ti ho fatto.... io...? Che ti hanno fatto gli altri? Cos'è che ignoro ancora della mia casa? Ero pazza.... ero pazza.... non domandare.... ero pazza. Dimmi cos'è che ignoro? Dimmelo. Te lo comando. Tommy?
DON FLAMINIO. Prendi fiato; se non, che farai perdere il fiato a me. LECCARDO. Per la soverchia stanchezza mi sento morire. DON FLAMINIO. Dammi la nuova prima e mori quando ti piace. LECCARDO. Quanto ho piú voglia di dire, manco posso. DON FLAMINIO. Dimmelo in una parola.
L'arabo scosse la testa e non rispose. Ti parlerò di Fathma... della donna fatale! Ah!... Fathma!... Fathma!... che ne sai tu di lei?... È viva?.. È morta?... Notis, parla e ti abbandono la mia vita. Parlerò dopo che tu mi avrai risposto. Interrogami che ho colmato l'abisso Abd-el-Kerim, ti scongiuro, dimmi che è avvenuto della mia povera sorella, dimmelo. Elenka! balbettò cupamente.
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