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Aminta Guerri, ultimo venuto a Santa Eufemia, fu il beniamino dell'ospedale. Triste famiglia, un ospedale; ma non dimenticate che si era nel 1859, in un ospedale di Brescia.

Per una improvvisa intuizione che sapeva del miracolo, egli rammentò cento cose dimenticate dall'infanzia; la sua culla, le cure di sua madre, perfino le canzoni che gli avevano allora accompagnati i sonni. La sua mano diventava leggera toccando le piccole membra, scorrendo sui capelli sottili inanellati.

Messer Giacomo, rispose la giovinetta offesa nella sua verecondia, io non ho a dirvi se l'amo, o no; bene ho a dirvi che una fanciulla deve rispetto a' suoi genitori e al nome che porta, e che voi dimenticate l'una cosa e l'altra in un punto. Ah ! sclamò il Bardineto, che sentiva la sferza e non era d'indole da patirla, da riconoscere in cuor suo d'averla meritata. Io debbo tacere.

Questi che voi oggi chiamate Barbari rappresentano sviata, guasta, sformata per colpa vostra in gran parte, una Idea: il salire inevitabile, provvidenziale, degli uomini del Lavoro. Perchè lo dimenticate? Voi balbettate a ogni ora la sacra parola PROGRESSO; ma cos'è questa Legge divina che noi scrivemmo d'antico sulla nostra bandiera se non l'avvicinarsi di passo in passo all'unit

Io le aveva dimenticate rispose prontamente il marito. Si guardarono in viso, scambiando un'occhiata da duellanti che si riscontrano di prima forza. Ma forse io sono un'egoista, a pretendere di sequestrarvi per una giornata intiera. Domani non avete altri impegni? No, alcuno: avendone, li lascerei. Grazie, di nuovo; per questa sera, poi, siete assolutamente libero: io non ho bisogno di compagnia.

Ciò vi sembra un paradosso... Vi spiegherò il pensiero cogli esempi... Compiacetevi di abbandonare le astrazioni, e di scendere con me sul terreno della vita reale, a cui, se non mi inganno, voi altri liberali vi dimenticate troppo spesso di appartenere.

Il Conte, ossia forse il Manzoni, vorrebbe fidarsi al suo destino, e non curar troppo le male arti de' nemici; Marco, ossia ancora, come si può sottintendere, il Fauriel gli pone innanzi l'immagine della moglie e della figlia amatissime, ma forse in qualche momento dimenticate per alcun'altra più forte attrattiva, per l'amore della patria: Vuoi che una corda io tocchi Che ancor più addentro nel tuo cor risoni?

L'Olanda presenta una singolare sproporzione tra la forza espansiva della sua vita politica, scientifica, commerciale, e quella della sua vita letteraria. Mentre sotto tutte le altre forme l'opera degli Olandesi traboccò fuori dei confini del paese, sotto la forma letteraria, rimase circoscritta in quei confini. Con una letteratura fecondissima, il che rende il fatto più strano, l'Olanda non ha prodotto, come pur fecero altri piccoli paesi, un sol libro che sia divenuto europeo; quando non si voglia porre fra le opere letterarie quelle dello Spinoza, il solo grande filosofo della sua patria; o considerare come letteratura olandese le dimenticate opere latine di Erasmo di Rotterdam. Eppure se v'è un paese a cui la natura e gli avvenimenti abbiano offerto soggetti atti ad ispirare agl'ingegni qualcuna di quelle opere poetiche che colpiscono l'immaginazione di tutti i popoli, quel paese è l'Olanda. Le meravigliose trasformazioni del suolo, le inondazioni immense, le favolose spedizioni marittime, dovevano generare una poesia originale e potente anche se spogliata delle sue forme native. Perchè ciò non avvenne? Si possono addurre come ragioni l'indole dell'ingegno olandese, che mirando in ogni cosa all'utile, volle troppo spesso piegare anche la letteratura a uno scopo pratico; una tendenza opposta a questa, e forse derivata da questa, a sorvolare troppo al di sopra della natura umana, per non rasentare la terra coi più; una certa naturale circospezione d'ingegno, che diede alla ragione una soverchia prevalenza sulla fantasia; l'amore innato dell'esatto e del finito, che produsse una prolissit

Andato quel medesimo giorno, e con aria di sollecitudine che rendeva più bello il suo atto, fu accolto a braccia aperte. Le aspre discussioni erano dimenticate, e non era neanche il caso di farci la più lontana allusione. D'altra parte, la montagna aveva custodito il suo dolce segreto: il viso che accoglieva era sereno, l'occhio limpido, il labbro sorridente.

Don Davide, se vedete il pollivendolo, mandateci a casa un'anitra, sgrassata, come quella della settimana scorsa. Don Davide, non dimenticate di passare dall'oste, che siamo senza vino. Don Davide, se trovate del pesce fresco, mandatene a casa una padellata. Rientrava ilare e pieno di scuse.