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Aggiornato: 28 giugno 2025


Quella che giva ’ntorno era più molta, e quella men che giacëa al tormento, ma più al duolo avea la lingua sciolta. Sovra tutto ’l sabbion, d’un cader lento, piovean di foco dilatate falde, come di neve in alpe sanza vento. Quali Alessandro in quelle parti calde d’Indïa vide sopra ’l süo stuolo fiamme cadere infino a terra salde,

Nel corso di un mese si visitarono quasi tutti codesti conventi e gli stabilimenti pii. E non fu sempre argomento di zuccheri e di baci. Il Generale aveva in mira di penetrare i misteri sin'allora inviolati di quelle antisociali clausure, di scoprire impuniti disordini, ignorati patimenti, e di rimediarvi. Molte fanciulle, immolate dall'avarizia dei parenti, o sviate da un passeggiero ascetismo, o vinte nella lotta di più geniali e più umani affetti, trovarono in lui la provvidenza riparatrice. Mai lo vidi profondamente turbato come durante la visita ad un ospizio di trovatelle. Egli udì dal loro labbro la pietosa istoria dei supplizî cotidiani: Il pane infetto, i cibi scarsi, la mondizia negletta, il non loro peccato rinfacciato. I volti sparuti di quelle dolorose, le dilatate pupille, le misere vestimenta, spandevano sinistro lume di verit

Ma non fu che un cenno, a cui le forze non risposero, e, dalla bocca aperta, non uscì alcuna, voce. Tuttavia la respirazione si era fatta quasi regolare, e, dopo circa mezz'ora di cure energiche, Vincenzo aperse gli occhi e fissando le pupille dilatate sul volto di Vicenzino che gli stava dinnanzi, parve riconoscerlo. Tuttavia la sentenza del medico non fu consolante.

Teneva il muso basso, con le narici dilatate, quasi volesse fiutare l’espada e misurare l’attimo della terribile cornata. Non era tra loro più spazio che quello d’un braccio teso, d’una lama diritta.

Le sue pupille dilatate si fissarono prima sul volto fieramente contratto di Cipriano, poi sulla faccia pallida e mesta della dolce Maria, e parvero voler esprimere un voto, una preghiera che il labbro non era più capace d'articolare.

Infatti sotto la pressione di quegli sforzi egli si era addormentato. Un sudore gli argentava le guance livide, respirava appena, colle palpebre lente sulle pupille dilatate, che gli riempivano di un azzurro scialbo quasi tutto l'occhio. Il suo corpicino raggomitolato sotto le lenzuola vi faceva appena il rilievo di un cartoccio.

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