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Aggiornato: 21 giugno 2025


Era il solo che veniva a trovarci, e ci voleva poco ad accorgermi che non c'era più!... E la mamma e lo zio, che cosa dicono? Il conte Alvise fece un altro gesto in aria, più desolato del primo. Non ne parliamo, caro Flopi!... Credo che Roberto pensi a fondar col suo denaro un istituto di beneficenza.... Filippo sorrise. Gliel'ho consigliato io! disse.

No: è lo scherzo d'ogni sera, ma non l'abbiamo detto.... Tu non l'hai detto celiando, come sempre.... Infine incertissima: Che cos'hai, Ugo? Ugo con voce addolorata: Baciala tu per me! Ugo? Imilda, prega il tuo angiolo che nel sonno dica a Dio una parola per me! Ugo, pentito di quel lamento che gli è prorotto, piomba in un silenzio desolato. E Imilda meravigliata e trepidante: Ugo, che c'è?

La montagna è nuda e scarna: un agglomeramento di pietre grige e di argilla rossastra dall'aspetto desolato. Non alberi, non terra coltivabile, non giardini. Alcune capre etiche si disputano qua e l

Il giorno in cui Loreta Lambertenghi entrò per la prima volta nel palazzo dei Polverari, edificio bruno e melanconico, posto in una delle più quiete strade di Verona, e che un vecchio domestico, tutto curvo nella sua livrea, la guidò silenziosamente attraverso a una fila di sale spaziose, dalle pitture antiche, dagli arredi severi, dove i passi risonavano forte sul lucido terrazzo, sino alla stanza in cui la padrona di casa la stava attendendo, ella ebbe una inesplicabile sensazione di orgasmo come se, emanando da quelle pareti scure, da quelle pitture tetre, dall'aspetto desolato di tutta quella casa, una superstiziosa titubanza si fosse repentinamente impadronita di lei.

Mi sedetti sulla poltrona a cui ella era appoggiata, e tenendo tutt'e due le mani di Lidia, attrassi la fanciulla sulle mie ginocchia. Vediamo, dissi, posandole le labbra sulle labbra caldissime ed immobili. Io son desolato d'essere costretto a disturbarti; ma non prevedevo di trovarti ancora alzata. Volevo semplicemente augurarti la buona notte.

Allora brillò una gran luce: ma non dal cielo uniforme di piombo scendeva quella luce; ma dalla immensa candidezza della terra, e fuori di quel candore, tutto era ugualmente plumbeo: le fiumane, le piccole case, disperse, livide, sepolte: un paesaggio immobile, desolato, bianco su cui avanzava, quasi immersa, la linea nera del convoglio.

E giunto così alla primavera del 1505, dopo aver scritto in quel modo che sappiamo al conte Fiesco, suo compagno di gloria, così scriveva desolato ad un altro amico, a Don Diego di Deza, fatto arbitro un istante, ma senza frutto, della sua querela col re.

Silenziosamente, ella curvava il capo, e le lacrime le discendevano sulle guancie. Giovanni la guardava, desolato: poi, le andava vicino, le carezzava una mano, le baciava le guancie bagnate di lacrime. Ho scherzato diceva. Tu non ischerzi mai. Ho scherzato. Tutto finiva, così: ma le lacrime erano state versate.

Intanto però pel nostro buon Alfredo era affare finito. Per lui, Violetta era una cosa perduta, una donna morta. Egli aveva compreso ormai, che non v'era più speranza di possederla, e quella quasi certezza lo facea desolato. «Il cangiar di natura È impresa dura»

Quel sito è desolato. Il promontorio di tufo giallo, forellato come una spugna, corroso, incrostato di uno strato di sale dall'evaporazione marittima, tigrato qua e l

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