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Sei piccole mitragliatrici (che non furono mai adoperate) erano state pure aggiunte all'armata dei Vosgi; il Colonnello Olivier, comandante dell'Artiglieria, ed il maggiore Sartorio del Genio avevano fatto qualche lavoro di fortificazione passeggiera sulle due colline di Fontain e Talant, e queste due formidabili posizioni, secondo tutte le probabilit

Queste batterie galleggianti migliorate in seguito ed accresciute di numero ricevettero due cannoni ognuna, tra cui un obice, e quindi appresso anche un mortaio da 200. Al comando dell'artiglieria di ciascuna zattera blindata furono destinati due ufficiali del reggimento, e le zattere stesse si denominarono obusiere, bombardiere o cannoniere, a seconda del tipo dei pezzi che recavano a bordo.

Capitani di fregata: COSTANZI Giovanni Battista ARMENI Antonio RODRIGUEZ Francesco BURATOVICH Vincenzo DANDOLO Silvestro AYCARD Romano SAINT PRIEST Filiberto Luigi TEMPIÈ Giacomo. Direttore dell'artiglieria di marina: TROUCHON Domenico. Direttore delle costruzioni navali italiane: SALVINI Andrea. Comandante del porto di Venezia: GIAXICH, capitano di fregata.

Il generale era grandemente mutato da quello di prima. Il recente viaggio gli aveva dato una scossa benefica al sangue. Aveva sentiti i tamburi, le musiche militari; si era tuffato nella prosa robusta della caserma, nella dolce poesia del gran rapporto, e ne era uscito rifatto come da un'altra fontana di gioventù. Gli esperimenti della polvere senza fumo lo avevano mandato in visibilio; gli avantreni di nuovo modello, il nuovo zaino della fanteria, il nuovo cannone dell'artiglieria di montagna, le nuove combinazioni chimiche in ite con cui l'amorosa umanit

Uscendo dalla porta della Nicchia del burro, ebbi un primo saggio delle manovre dell'artiglieria. Uno stuolo di soldati, vecchi, di mezza et

Figurano in essa, tra le opere più conosciute, il Breve esame da sotto-bombardiere, capo e scolaro, redatto sotto forma di dialogo, l'Esercizio dell'artiglieria veneta e maneggio del fucil, oltre all'opera classica del maggiore Domenico Gasperoni, ricordata più sopra e dedicata al doge Paolo Renier.

«La divisione che seguita la strada di Terracina non deve impegnarsi con forze superiori, e deve ripiegarsi sopra noi in caso di urgenza; ciò che potrò, farò anche traverso le montagne, non impedito dal peso dell'artiglieria. Velletri, 20 maggio 1849. G. Garibaldi

L'esercito piemontese, forte di circa 60 mila uomini, era diviso in due corpi d'armata, il primo era comandato dal generale Eusebio Bava; il secondo dal generale Ettore De Sonnaz; a capo dell'artiglieria era il Duca di Genova, e d'una terza Colonna era comandante il principe ereditario Vittorio Emanuele.

Era il Comandante supremo dell'artiglieria: un piccolo vecchio, secco, inarcato come una C, con un enorme naso adunco e due occhiettini diabolici; una figura d'uccello di rapina; caricato, piuttosto che coperto, d'uno smisurato turbante giallo di forma quasi sferica, e vestito presso a poco alla zuava, tutto turchino, con un mantello bianco sulle spalle.