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Aggiornato: 24 giugno 2025


Ogni mattone, ogni angolo, ogni gobba o squarcio del soffitto e della carta, ogni cencio rimosso, dovunque egli arrestava lo sguardo, tutto gli richiamava alla memoria Bambina, angelo dell'abnegazione. Egli non poteva decidersi ad abbandonare quello spazio ove fluivano le fibre dell'anima dell'amata creatura.

Lina, ed il fratello P... non abbandonarono un solo istante il capezzale della morente, e, tanto l'una, quanto l'altro avrebbero dato la vita, per salvare quella dell'amata donzella.

Come l'ora cadeva, continuando a guardarsi intorno con stupore e con paurosa ammirazione, Adele Cima diventò l'amante di Paolo Spada; e fu senza lacrime e senza spasimi, senza proteste e senza giuramenti. Egli si sentì felicissimo, come mai. In quelle ore d'amore egli non si tormentò a sorvegliarsi e a sorvegliare l'anima dell'amata: egli non s'inchinò a misurare il pallore dell'amata e non tese l'orecchio a raccogliere il balbettìo della passione erompente: egli non pensò ad esser guardingo, in quell'eterno e terribile istinto di diffidenza, che, nei maggiori trasporti, divide le anime degli amanti, insuperabilmente. Il suo cuore e i suoi nervi si trovarono di pieno accordo in un abbandono giovanile e semplice, singolare in un uomo che aveva molto e bene e male vissuto, che aveva vissuto, infine. Il beneficio che egli aspettava dall'amore di Adele Cima, gli venne largo e completo, giacchè un cordiale, un morbidissimo senso di riposo avvolse tutte le sue forze, fece tacere ogni stridore, versò balsamo su tutte le vecchie cicatrici inciprignite: e quando ella fu per partire, e lui s'inginocchiò innanzi a lei per baciarle devotamente la mano, un verace, un grande impeto di riconoscenza animava Paolo Spada. E lei? Innamoratissima e timida, adorandolo gi

La collera dell'amata, indizio sicuro della sua innocenza, quell'appuntamento ai Giardini che provava l'amore e l'arrendevolezza di Nora, calmarono subito il giovane. E col tono sommesso di chi vuol scusarsi, le raccontò che c'era stata una gran lite fra lui e il Direttore e che si erano guastati per sempre. Ero venuto anche per questo; per dirti che in casa tua non ci metto più i piedi.

Narra la tradizione lontana, che col rinascere del sole si ravvivassero a mille doppii più atroci le smanie nel suo petto, e maledicesse l'ora in cui gli fu impedito recare a fine il suo proponimento; e poichè gli era stato tolto di versare il proprio sangue sopra la tomba dell'amata fanciulla, giurasse propiziare la sua ombra col sangue altrui: immane voto, ch'egli troppo bene mantenne.

Poi, Cantasirena, divagando, entrò a parlare di politica; e allora il Casalbara cominciò a distrarsi e cominciò a cercare col piede sotto la tavola.... Ma quando lo cercava lui, il piedino di Nora gli sfuggiva di sotto e gli occhi della fanciulla sorridevano birichini;... quando, invece, egli stava fermo, il caro piedino veniva subito tentatore, istigatore, a premere il suo lungamente e allora gli occhi dell'amata gli sorridevano languidi.

Ernesta diede un lieve grido e ancora s'accasciò e nascose la faccia fra le ginocchia di Leonardo, il quale tentò un sorriso ed accarezzò colla mano tremante la testa dell'amata donna. Nuovo silenzio, nuovi terrori, nuove visioni, e finalmente un sospiro rumoroso di Agenore che ripigliava fiato, e un grido selvaggio di dolore e di gioia. Zitto! ordinò il medico con bont

Finalmente! finalmente! per quella volta egli si sentiva liberato d'un gran peso. Ah, la vita, che molesto fardello! E così, senza troppa fatica, per la mano del buon ragno.... Ma , era ancora un modo di accostarsi a Gisella. Scese a passi più calmi il gran viale dei tigli; uscì tranquillo, quasi ilare, dal cancello. E perchè no? Voleva infatti esser ilare, parerlo a tutti, in paese; che il giorno dopo, risapendo una certa notizia, non avessero i maligni a metterla d'accordo con la sua cera da funerale. La sua vigilia non doveva esser triste: non è mai triste il soldato, il cavaliere, quando va a gittar la sua vita. Sorrise, adunque, sorrise a quanti incontrava per via, sorrise perfino al Pinaia, al panattiere arpagone, che gli rammentava i Feraudi. Anche da quei poveri contadini del Martinetto voleva andare, quel giorno. Voleva veder tutto, visitare tutti quei memori luoghi. Non aveva più terrori nell'anima; sarebbe andato lassù, a pregare, a pensare nella cameretta dove si era spenta Gisella; ed anche nel rifugio, sul torrione, dove la bella creatura adorata gli era caduta come morta fra le braccia, alla vista del frate. Ah, il frate! una allucinazione; egli lo sentiva bene, oramai, di aver veduto ciò che Gisella vedeva, e solamente perchè, sotto la sensazione di un alto spavento, le braccia dell'amata donna si erano avvinghiate al suo collo. Anche l

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