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Questi, per altro, memori dei profferti appigli, aver comportato con animo grande l'offesa; non così poter sofferire che Giorgio e Galeotto s'ostinassero a tener come proprie le castella occupate.

Sõave affetto sentono Pel padre, pe' fratelli e per le suore, Ma il lor pensier più consolante ed ìntimo E quello ognor: la madre e il Crëatore! E tutti quasi del Vangelo i forti, Che con grand'opre od immortali pagine Più ricchi di virtù sono al ciel sorti, Dal sen materno attinsero L'amor, l'ingegno e i nobili trasporti, E della madre caramente memori, Iddio amando, con lei sono al ciel sorti.

La gran sala del castello era piena di tutti i gentiluomini che ufficio di guerra non trattenesse alle mura, e le nobili dame gustavano in quell'ora di geniale convegno un fugace riflesso dei loro trionfi cessati, degli ozi antichi e delle memori splendidezze dal castello Gavone.

Sensi di e d'amore, e donde e quando Cessaron d'esser palpiti gentili, Che a bassi affetti inducono a dar bando? Ah no! Color che ad una Santa umìli Porgono omaggio, memori ch'è santa, Pronti non sono ad opre e pensier vili! Nel memorar somme virtudi, oh quanta Riconoscenza per quel Dio si sente Che alzò i mortali a dignit

Memori sempre di tutti i personaggi della nostra storia, non abbiamo dimenticato Lorenzo Salvani, il povero giovine che abbiamo lasciato in via Nuova, sotto le finestre dei Torre Vivaldi, a guardare un'ultima volta Matilde che saliva alla festa, leggiera e felice come persona che si sia liberata di un grave peso, ed abbia fatto un'opera buona.

Finalmente! finalmente! per quella volta egli si sentiva liberato d'un gran peso. Ah, la vita, che molesto fardello! E così, senza troppa fatica, per la mano del buon ragno.... Ma , era ancora un modo di accostarsi a Gisella. Scese a passi più calmi il gran viale dei tigli; uscì tranquillo, quasi ilare, dal cancello. E perchè no? Voleva infatti esser ilare, parerlo a tutti, in paese; che il giorno dopo, risapendo una certa notizia, non avessero i maligni a metterla d'accordo con la sua cera da funerale. La sua vigilia non doveva esser triste: non è mai triste il soldato, il cavaliere, quando va a gittar la sua vita. Sorrise, adunque, sorrise a quanti incontrava per via, sorrise perfino al Pinaia, al panattiere arpagone, che gli rammentava i Feraudi. Anche da quei poveri contadini del Martinetto voleva andare, quel giorno. Voleva veder tutto, visitare tutti quei memori luoghi. Non aveva più terrori nell'anima; sarebbe andato lassù, a pregare, a pensare nella cameretta dove si era spenta Gisella; ed anche nel rifugio, sul torrione, dove la bella creatura adorata gli era caduta come morta fra le braccia, alla vista del frate. Ah, il frate! una allucinazione; egli lo sentiva bene, oramai, di aver veduto ciò che Gisella vedeva, e solamente perchè, sotto la sensazione di un alto spavento, le braccia dell'amata donna si erano avvinghiate al suo collo. Anche l

In voi belle le grandezze avite Non son, quant'è il magnanimo disìo, Onde a tanti innocenti asilo aprite. Memori siete di quell'Uomo-Iddio Che, cinto da drappel di bambinelli, Li confortava col suo sguardo pio, Ed imponea d'assomigliare a quelli. E voi benedette, Donzelle pietose, Che al Dio de' bambini Facendovi spose, Di madri assumete Le pene e l'amor.

In mezzo al mare sorge il promontorio di Santa Maura, l'antica Leucade, come un'ara dedicata allo amore infelice. Quinci soltanto Saffo, la derelitta, spense nel mare sottoposto l'amore a un punto e la vita; e le acque memori nei pleniluni sereni lungo le spiagge ricurve si lamentano in suono di lira . A lei parve trovarsi sopra cotesto scoglio sola, e abbandonata da tutti.