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Aggiornato: 13 luglio 2025
Verso Madison Square sorge il palazzo dove pochi anni fa venne assassinato il vecchio banchiere Nathan. Fu un orribile delitto che rimase avvolto nel più profondo mistero. Una mattina di luglio un figlio del defunto, senza scarpe e con le calze macchiate del sangue del padre, apriva la porta di quel palazzo gridando al soccorso.
Poche note a matita traversavano i margini scritte queste dalla mano pesante del generale. Del generale era pure un foglio congiunto al manoscritto a guisa di prefazione e di schiarimento; prova che il defunto ci teneva e che se avesse pensato a fare testamento, il misterioso manoscritto avrebbe avuto probabilmente una destinazione diversa che non quella di cadere sotto gli occhi del pubblico.
Nel caso di morte di un capo o di qualche persona influente o ricca, la famiglia, gli amici e alcune donne espressamente chiamate e pagate e delle quali la professione abituale è molto comune in paese e meglio tacere, si radunano nella casa del defunto e fingendo piangere e disperarsi decantano le virtù sue, lo glorificano come brava persona, guerriero invincibile, forte, prode, amato, distinto nel maneggio della lancia e della spada, ecc., e terminano sempre col rallegrarsi, perchè oltre questo era ricco, quindi in sua casa si trover
Girolamo Priuli, fratello maggiore del defunto, fu alla ducale dignit
E il povero Alfredo che non è più fra i vivi? Tutti, meno Balena, contro di lui, anche dopo morto, mentre è di prammatica, che ogni defunto, sia stato invariabilmente ricolmo di tutte le virtù. I MARTELLIANI di Paolo Ferrari La SATIRA e PARINI Commedia.
Ormai ella avrebbe cercato invano nelle sue stanze il volto adorato del marito: non avrebbe più intesa la voce di lui, nè si sarebbero potuto rallegrare insieme della vittoria ottenuta. Di più non aveva un figlio che le ricordasse quelle care sembianze, un figlio in cui trasfondere tutto l'amore che aveva portato all'eroico defunto. Rimaneva sola al mondo.
mentre ch'io era a Virgilio congiunto su per lo monte che l'anime cura e discendendo nel mondo defunto, dette mi fuor di mia vita futura parole gravi, avvegna ch'io mi senta ben tetragono ai colpi di ventura; per che la voglia mia saria contenta d'intender qual fortuna mi s'appressa; che' saetta previsa vien piu` lenta>>.
Di nome soltanto; so che è figlia del defunto marchese del Faro. Ah! credevo, siccome è messinese. Il marchese, rispose sorridendo con qualche ironia il frate, era un grande originale. Viveva ritiratissimo; gentiluomo di molta dottrina del resto.
Io, sì, conosco un vecchio barone, che ha nome conte don Francesco Cènci; fu egli che beneficò il mio defunto marito, e questi mi condusse certa volta a ringraziarlo; egli volle donarmi danari, che io a male in cuore accettai, perchè, malgrado i suoi capelli bianchi e le parole benigne, qualche cosa gli traluceva negli occhi, che metteva spavento: da una volta in su io non l'ho più visto.
Rimasti soli, Attilio, scusandosi con gli obblighi del proprio ufficio, gli avea rivolto questa domanda: Qualcuno pretende che sia corsa qualche relazione fra lei e una donna legata in qualche modo col defunto De Boni. È vero? Don Luigi s'era turbato forte, e impallidendo subitamente, a capo basso, aveva risposto: È vero. Esiste un figlio di questa donna! Legittimo? No.
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