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Aggiornato: 13 luglio 2025


Come avete fatto a starvi così tanto e quasi sola? Mi fu detto però che il castello è rimasto chiuso per qualche tempo. , signora, qualche mese dopo che il defunto signor marchese mio padrone fu partito per la guerra; sono più di venti anni che mio marito ed io siamo al di lui servizio.

Poich'ebbon con flemmatiche parole cercato l'uno l'altro persuadere, dicendo: Non si deve e non si puole i successor pregiudicar, messere; si riscaldaron, come far si suole, gridando: Io non vo' perder le mie cere; piú si contendeva pel defunto, ma son le torce del contrasto il punto.

La sofferente, che dal defunto consorte aveva ereditato un buon gruzzolo di quattrini, era stata una manna del cielo per i Feana i quali, nonostante l'ingegno versatile del signor Giacinto, avevano menato fino allora una vita piena di tribolazioni.

Cotesta compagnia, più che di cavalcata viaggiatrice, aveva sembianza di associazione di qualche illustre defunto. Uscirono dalla porta di San Lorenzo, e tenendo sempre la strada Tiburtina giunsero a Tivoli.

Dopo aver udito dal conte di San Giorgio tutto, e pressochè tutto quanto riguardava il cavaliere dell'Isola, ed aver data parola di mantenere il segreto, il frate aveva pensato tosto ad agire. Era rimasto un po' scandalizzato, per dirla, della condotta tenuta dal defunto cavalier suo nipote.

Defunto il Doge Giustiniano nell'anno 1688 in mezzo alle glorie delle armi, la elezione del successore cadde sul generalissimo Francesco Morosini, amando la patria di coronare i meriti di lui alla più eccelsa dignit

Quando la moglie venne ancora ad assiderglisi presso, egli lottò dentro di e finalmente ruppe il silenzio ripetendo con voce affievolita: Ernesta! La povera donna die' un sussulto, come se avesse udito la voce d'un defunto, e facendosi forza e guardando il marito con espressione di profonda piet

Io non poteva indovinare chi fosse chiuso sotto quel marmo, poichè la menzogna non ne aveva tessuto l'elogio; ma comprendeva lo strazio di chi ne aveva lagrimato la morte. Più oltre erano nuove iscrizioni, e tutte levavano a cielo le impareggiabili virtù del defunto, e compiangevano lui morto, come se egli avesse a mendicare ancora sulla terra il pane, gli onori e l'adulazione.

È la natura di certi costumi d'Italia che ci sforza a farle, non giá una troppo alta importanza che noi vogliamo attribuire alle nostre fatiche letterarie. E a questo proposito, pensando al bel carattere morale del signor Ginguené, ci giova lasciar per ora da un canto la sua Storia letteraria, e cedere invece al bisogno che sentiamo di dare una lagrima alla memoria di questo illustre defunto.

Il testamento trovato in un cassetto della scrivania provò le felici disposizioni d'animo del defunto. Egli legava somme considerevoli a un'infinit

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