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Lo zio Matteo Bracconeri cercava tirarlo a buona strada: ma tutt’altro che rallegrarsi poteva dell’opera sua educativa, assediato da ricorsi e da recriminazioni per la riprovevole condotta del nipote: e quando un brutto giorno ebbe la ingrata sorpresa d’un furto di roba e di danaro a suo danno, attore il suo beneficiato, non è a dire come ne rimanesse deluso. Tuttavia, non sapeva abbandonarlo: ne vedeva l’ingegno pronto e versatile, la rapida intuizione, la percezione piuttosto unica che rara, la copia degli espedienti e la parola arguta e suggestiva, e deplorava che tante qualit

Malgrado questa nera macchia di superstizione e di bigottismo, Giuliano, quale ci è dipinto da Ammiano e dall’entusiastico Libanio, è una figura d’uomo e di principe attraente. Noi ci sentiamo indotti a compiangerne gli errori e le sventure, e proviamo per lui quella simpatia e quell’ammirazione che sempre ispirano gli uomini geniali. Ma, se ci volgiamo a Gregorio di Nazianzo, ecco ci vien fuori una figura del tutto diversa, ci appare davanti l’imagine di uno scellerato e di uno stolto. L’eroe delle imprese di Gallia e di Persia, l’uomo severo di principî e di costumi, lo scrittore brillante e versatile diventa, nei discorsi di Gregorio, «quel drago, quell’apostata, quel gran macchinatore, quell’Assiro, quel comune nemico e corruttore di tutti, che ha versato sulla terra la rabbia e le minacce, che ha scagliato, fino al cielo le sue parole inique³⁵⁸. E gli scritti di Giuliano sono scellerati discorsi e scherzi, la cui forza sta tutta nella potenza dell’empiet

Memorabile vittoria, la quale, anzichè al valor confidente di chi combatte per la patria e per la religione, il popolo devoto volle ascrivere a prodigio del Dio degli eserciti, asserendo che la versatile statua dell'arcangelo Michele, posta sul pinacolo del santuario della Madonna, per quanto durò la pugna, si tenesse rivolta, benché contrario spirasse il vento, contro ai Grigioni, vibrando minacciosamente la spada.

La sofferente, che dal defunto consorte aveva ereditato un buon gruzzolo di quattrini, era stata una manna del cielo per i Feana i quali, nonostante l'ingegno versatile del signor Giacinto, avevano menato fino allora una vita piena di tribolazioni.

L'astio (tant'è versatile!) assunse perfino le apparenze di amore. Perocchè, o rimanesse veramente preso anche Ramengo alla virtù e alla bellezza della Margherita, come se un demonio s'invaghisse d'un cherubino: o non si tenesse per pagato fin a che non ricambiasse collo scorno lo scorno che dal Punteria pretendea aver ricevuto, incominciò a corteggiare la costui moglie. E prima le venne in atti ed in parole prodigando le lusinghe, da cui ella potesse argomentare come di lei vivesse passionato: spinse quindi la sfacciataggine fino al punto di richiederla apertamente di amore. La Pusterla vedevasi di così immensa distanza superiore a colui, del quale, se non sapeva tutte le nequizie, indovinava per istinto la maligna natura, che dalla sozza sua persecuzione affatto si trovava sicura, e senza farne motto a veruno, le parve assai castigarlo col disprezzo. Ramengo però non era uomo da fare come sbigottito e vinto al primo colpo: anzi viepiù s'infervorava, fosse per punta, fosse perchè, confidente nei meriti suoi, come suol essere chi non ne ha, credesse potere coll'assiduit

Allora, vedendo fallire ogni vecchia e nuova speranza, egli volge la versatile mente al disegno d’un edificio, che tutta chiamer

Noi non annettiamo valore al fatto, che la versatile burocrazia anche questa volta si conformò, e nella sua grande maggioranza sottoscrisse il riconoscimento formale del colpo di stato, che il nuovo sovrano, con sicura conoscenza degli uomini, richiese immediatamente; vogliamo indagare se il rialzo, con cui la borsa di Parigi salutò il 2 dicembre, fu provocato da abili incette da parte dei compari di Fould.

Con queste due opere, Pacini sostenne decorosamente il suo posto a fianco dei tanti illustri competitori coi quali aveva a lottare. È però da notarsi che nella sua prima giovinezza, carattere vero da artista, lo spigliato e versatile maestro non pose mai, nel condurre a fine le sue opere, quell'impegno che la fortuna seconda e le esigenze di una fama prestamente conquistata parevano imporgli.

Lo spirito italiano, non mai versatile, ma attaccato sempre tenacemente ai suoi principi, superò, alla debita proporzione, la Francia nelle volontarie oblazioni. Nel Regno d'Italia si ebbe per istimolo ulteriore, che alla pace generale cessasse l'esercizio di un Governo per procura coll'organo di un Viceré, e che sul capo del Principe Eugenio passare ne potesse indipendente la corona. Non vi è dubbio che a quell'epoca concorressero nel Principe l'amore ed il desiderio dei popoli. Non vi è dubbio che si avesse di lui l'opinione di un buono e zelante amministratore, di un uomo di Stato, di un prudente e generoso condottiero di eserciti, educato ad una grande scuola. A ciò si aggiungeva la rispettosa affezione che si era conciliata la Principessa sua consorte, a cui tutti offerivano i loro omaggi, chi per la sua piet