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Aggiornato: 29 giugno 2025


Il grande tribuno ricomparve ancora una volta nello stesso palazzo di Avignone. Il primo atto del meraviglioso suo dramma aveva avuto luogo in Roma. Venne nel 1351 quale prigioniero da Praga, consegnato dall'imperatore Carlo VI. Allorquando giunse in citt

=1859 La guerra d'indipendenza.= Il dell'anno 1859 l'Europa veniva risvegliata dall'eco rumorosa dei pochi detti, pronunziati dall'Imperatore Napoleone III al conte Hübuer ambasciatore d'Austria: «Mi duole che le relazioni col vostro governo non sieno così amichevoli come per lo passato; dite però all'Imperatore che i miei sentimenti personali verso di lui non sono punto cambiati».

Ma si trattenne, e siccome il pericolo era tuttor lontano, e anch'egli non mancava di dissimulazione, si fece animo, e così ricominciò: «Ma come va? Tutti quei nostri emissari inviati da noi, dall'imperatore, e raccomandati da Cavour e dalla corte di Napoli, non sono stati capaci di liberarci da quel pirata?

Era proprio la licenza, che i suoi, gente d'alto stato, gli avevano ottenuta dall'Imperatore. Essi n'erano in collera; ma come lo sapevano uomo di forti propositi, s'erano acconciati a quel fatto maldicendo la maliarda italiana, e pregando per lettera il generale a vedere almeno che la sposa fosse zitella dabbene.

Recossi incontanente da lui e gli si proferse disposto qual vassallo ad assecondarlo in tutto colle proprie schiere, dichiarandogli ad un tempo che i suoi uomini d'armi verrebbero per lo innanzi assoldati dall'Imperatore, e che cessava per tal modo l'obbligazione al tesoro Ducale di versare le grosse mensili somme che a tal uopo necessitavano.

Suo messo in Francia aveva spedito il fratello Agosto Medici, uomo d'aspetto leggiadro, peritissimo negli usi cavallereschi e nella galanteria, e cortigiano di fino ingegno; ed in Germania mandò Volfango d'Altemps, figlio del conte Marco Sittico capitano della famosa squadra della banda nera, tanto prediletta dall'Imperatore per le sue prodigiose gesta all'assedio di Pavia. Ambedue erano partiti con picciol numero di fidati servi e molta scorta d'oro, senza che alcuno, eccetto i pochi ch'erano a parte del segreto, sapessero realmente per dove fossero diretti, avendo il Castellano fatto spargere voce che si recavano a Basilea onde trattare della pace cogli Svizzeri; nel retrocedere, trovare doveansi di fatti in questa citt

Monsignore, dice Baccelardo facendosi incontro a Rodolfo che entrava nel salone dove i due personaggi attendevano, io sono Baccelardo duca di Puglia. Mi reco in Germania dall'imperatore Enrico, cui porto lettere di papa Gregorio. All'ascensione del San Gottardo il mio cavallo si è azzoppato. Mi sono fermato alquanti ad Altorf onde farlo riposare, sendomi desso prezioso come amico. Malgrado ciò, vedo che gli è impossibile proseguire il viaggio. Prego perciò vostra mercede accordarmi ospitalit

Il Granduca saluta serio serio, poi, alla frontiera, prendendo fiato e coraggio, risponde del medesimo tuono sardonico: A rivederci! Il bravo principe! Ah! non è mancato certo da lui se non ha tenuto parola dall'Imperatore dei Francesi forse!

Ottorino Visconti, fratello della nostra Margherita (quel desso sulle cui avventure vi ha fatto piangere un amico mio) avea nel 1329 dall'imperatore Ludovico il Bavaro ottenuto in feudo Castelletto sul Ticino e le giurisdizioni del Novarese, dominj restati poi nei Visconti d'Aragona, discendenti da quella famiglia. Per gratitudine egli andò ad accompagnare quel sovrano a Pisa; e reduce di l

Genova e Pisa, poc'anzi pacificate per forza dall'imperatore, conteser di nuovo per la Sardegna; e Federigo concedettela con titolo di re a un Barisone, che rimase poi parecchi anni prigione, per debiti, de' genovesi. Ma col 1164 incominciano i begli anni di questa bella guerra, gli anni delle confederazioni e della meritata fortuna.

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