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Aggiornato: 13 giugno 2025
Eppure questa vittoria di un cattivo démone gli costava, ne soffriva assai. Non si ha l'idea delle pene strane che deve provare un cuore trabalzato continuamente da un sentimento all'altro, incatenato da pregiudizii che non ha la forza di svellere, e che lo rinchiudono in una prigione di ferro.
Riconosco l’arte del démone astuto. Ma no, non ho piet
Gherardo Ismera. No. Io solo posso giudicarmi. Chiunque possegga sé, per essersi conquistato a prezzo di travagli, considera come suo privilegio il diritto di punirsi o di farsi grazia; e non lo concede ad altri. Se tutti i miei atti mi valgono quanto mi costano, nessuno mi vale più di quello che voi svilite. Se guardo dentro di me, nello stesso orrore di me stesso io non mi sento menomato; anzi sento che il mio démone grandeggia l
Ida armata della lancia d'un lanciere caduto, tempestava a fianco dell'amante. Io giammai avrei creduto la bellissima fanciulla capace di tanto eroismo; essa somigliava un demone colla faccia d'angelo. La svelta schiera dei giovinetti, come se fosse in un campo di ricreazione, lanciavasi a corpo perduto, ed al grido di Viva l'Italia! maravigliava quanti nemici si trovava davanti.
Pierio all'incontro era pallido e trepidante, ansante il petto, lo sguardo incerto e pauroso, il passo stentato e mal fermo. Non ancora uso al sangue, il giovane isolano muoveva al delitto cacciato solo dal demone della vendetta, e sprone fatale eragli il cupo e minaccioso comando del padre. Colpisci, colpisci! gridogli dietro le spalle il feroce Bizco. Grazia per lui, padre mio, grazia per lui!
Orrida figura, dico, perchè sapeva scendere nei penetrali di quell'anima di Lucifero e come Lucifero adorna di belle esterne forme. Tale era questo demone a cui natura era stata prodiga di favori per sventura dei suoi simili.
Ti amo graziosa Naiade perché so che tu ti chiamerai Clelia per l'avvenire, in onore della bella e cara mia compagna, in onore della coraggiosa fanciulla che affrontò un demone quasi certa di perder la vita, per non soggiacere al vituperio!".
Fuor dai percossi fini Proromperò, indomato Dèmone; stenderò l'onda funesta Sui colli; segnerò l'ultimo fato All'ara, al trono, a questa Degna dei suoi destini Plebea ciurma di Borgia e di Tarquini! Dal trono de la gloria ove tu sei Ricca d'armi, di mente e di fortuna, Madre Italia, ricorda i figli miei, Ora che amor tutti i tuoi figli aduna.
Son le tue braccia ammaliatrici e lontane che m'attirano, e il vento è il tuo fiato vorace, o Infinito terribile che con gioia m'assorbi! A me la tua bocca di dèmone saziata di lampi! Eccoti un bacio pesante, in cui l'anima mia tutta si vuota, o Infinito monotono dagli sguardi piovorni, ondeggiante lontano fra umidi suoni di campane funeree!
Tutta la sua prima gioventù era stata una tempesta. Senza denaro, il demone del giuoco lo aveva afferrato per i capelli: una notte, perduta una somma fortissima che non poteva pagare, si era tirato un colpo di revolver al cuore per non sopravvivere alla vergogna; la palla, deviando, gli aveva fracassato l'omero.
Parola Del Giorno
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