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Aggiornato: 21 giugno 2025


La campestre fatica umile e rude Lo sai?... non m’impaura. E voglio qui le stanche, le pallenti Gracili dame da la man di cera. Fronde di salcio abbandonate ai venti Steli fioriti a sera. Gli ammalati di sogno e di nevrosi, I parassiti inutili e belanti, Gialli d’ozio, di spleen e di clorosi, Fantasmi in tuba e guanti.

Tutti coloro che vengono in casa mia lo hanno in grandissima considerazione; il suo nome rispettabilissimo viene in campo ogni giorno; le nostre dame parlano di lui come di un eroe da romanzo, d'uno di quei principi da leggenda che non si potevano vedere senza amarli ad un tratto.

Brulica nell’ampio corso la folla di cavalieri e di dame, di borghesi e di signore, di maestri e di donnicciuole. Preti e frati, impiegati e professionisti, soldati e studenti, monachelle e pinzochere animano la scena componendo e scomponendo, come in un caleidoscopio, gruppi multicolori e distinti⁵⁰³. ⁵⁰³ Vedi il cap.

L'orchestra attaccò un valzer; i cavalieri traversarono la sala, s'incrociarono, ricomparvero con le dame al braccio, s'avviarono alla sala da ballo; fu una sfilata rapida di coppie, un'ondata di profumi. Il valzer diceva: «Queste gioie fallaci, tutte simili all'invisibile onda delle mie note, si dissolvono nel tempo, e nulla più rimane quando l'alba livida vi richiama alle case.

Nel 1343 durante la terribile peste si contavano in Francia circa 800.000 flagellanti, fra i quali vi erano gentiluomini e nobili dame, che non erano meno avidi di pubbliche fustigazioni. Si videro pure i Picardi, che, secondo la dottrina del loro capo, dicevano che Dio li aveva mandati sul mondo per ristabilire le leggi della natura.

La vita correva la sua corsa senza freno, superba, indifferente, inconsapevole, travolgendo ed esaltando, premiando e punendo; e il nome di questo o di quello roteava come un palèo. Un giorno sulla terrazza di Lido, un pugno di gentiluomini faceva corona ad alcune dame, la contessa Lombardi, la contessa Fausta di Montegalda, la duchessa di Torrecusa.

Il contegno di lui aveva tale espressione. Ariberto s'era occupato di Gioconda, pur dicendole parole futili e leggere, come s'occupava delle grandi dame di sua conoscenza. S'era messo francamente tra lei e il piccolo mondo di sua origine, dando con abile naturalezza una lezione di forma ai parenti e alle amiche di Gioconda e, insieme, agli amici suoi, venuti al convegno per divertirsi.

I poëti d'Arcadia han pensato a costoro! Essi cantaron Fille, Tirsi, Clori e Lindoro; Coprirono di cipria le piaghe puzzolenti; Sulle teste dei villici versaron l'acque olenti; Nascosero gli stracci sotto i nastri ideali; Posero loro in bocca idilii e madrigali; Indi li presentarono alle dame annoiate! Oh!... Vigliacchi sarcasmi! Oh!... Ironie scellerate!...

Il Brissac, con tutta la sua prodezza, non ardì più, dopo quella burletta, passar troppo vicino alle dame di corte. Sfidava le palle, il bravo maggiore; ma non si fidava delle unghie. Andiamo avanti per una galleria di scoltura. Ci sono cento e più, tra statue, busti e monumenti funebri, con figure marmoree, in mezzo alle quali si vedono quasi tutte le più celebri dames de beauté della Francia.

Le dame di corte si facevano pagare in ragione della loro nascita, del grado che occupavano, e della posizione del marito. Madama di Bassompierre che non era giovane, bella, non mancava di galanti che ella trattava quali villani.

Parola Del Giorno

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