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Aggiornato: 21 giugno 2025


Dovete dunque sapere, mie belle dame, che in una piccola terra di Toscana, non ha molti anni, viveva un falegname, povero ma distinto per pensieri onesti. Dio aveva confortato il suo letto maritale di due figliuoli. Il maggiore, chiamato Cuno, aveva indole, figuratevi! tenebrosa e selvaggia come toro non domesticato, carattere altero, indomito, e sopra ogni credere ostinato e tenace nel suo proponimento. L'altro poi, Goccelino, di otto anni più giovane di Cuno, era un folletto, vispo, franco, sempre vago di piaceri e di armi, generoso e liberale come poteva. Perciocchè il corpo, giusta le dottrine del santo padre Aristotile, prende la qualit

² Estratta dal Codice 1118 Riccardiano, che contiene una raccolta delle poesie di Cino. Or mentre i plausi risonavano per la sala al buon esito della musica, e alla gentile che l’avea procurata; rivolta Selvaggia alle dame che le erano attorno:

Vicerè, che alcune Dame nella occorrenza delle Feste Reali, come di parto della Regina, ed altre non lasciano di comparire vestite a lutto ne’ luoghi pubblici, e nei Teatri s’è servita con biglietto delli 7 corrente incaricarla di far avvertire le Signore Dame, che sotto pena della Reale Indignazione, non si facciano vedere vestite a lutto ne’ pubblici Luoghi, e Teatri in simili occasioni, e volendo in essi comparire, lasciar dovessero il Lutto; e perciò in adempimento di tal comando, glie ne passa il presente Avviso pella dovuta esecuzione e regolamento e con dovuto ossequio se le rassegna.

Queste Dame plebee e licenziose diran: «Conviene che costui si vanti di questo strano ingegno e portentose imagini ricerchi e insulti canti alle nostre belt

Dopo simile ingegnosa teoria non ci deve meravigliare se molte signore invidiavano la vita delle cortigiane di professione. Brantôme racconta che una cortigiana venne a Roma per dare lezioni alle dame di corte, ella diceva: «Il nostro mestiere è tanto caldo, quando si è ben appreso, che si ha mille volte più piacere di praticarlo con parecchi che con un solo».

Questo petroccol m'ha recato il vento, ed io, senz'altro dir, feci alto leva, ché d'ogni po' di gruccia io mi contento. Aveva la contessa un prete a lato, che pareva un orsaccio mascherato. Fanno i lor convenevol col marchese le dame, i cavalieri e quell'abate, del qual si rise, ed era d'un paese dove soffronsi in pace le risate.

³⁷² V. Mortillaro, Leggende storiche siciliane dal XIII al XIX secolo. edizione, p. 177. Pal., Pensante, 1866. E con le valenti erano anche le dame colte e virtuose, nelle quali l’ardore del vero era così intenso come fecondo il culto del bello.

Perciò conciliando, come suol dirsi, capra e cavoli, che cosa facevano le dame? serbavano il lutto stretto, e così abbrunate recavansi a teatro, che, a buoni conti, avea vita per esse. Alla medesima maniera andavano alle deliziose adunate della Marina ed alle funzioni di chiesa: servendo così a Dio ed a mammona.

Associò ai suoi stravizii moltissime dame romane, obbligandole, per eccesso di autorit

Segue quindi le donzelle, ed esse si dileguano cantando: Il cavalier dall'armadura nera Prode in gualdane, od in levar falcon, Sa alle dame slegar la giarrettiera, Sa cantar la sirvente ad un veron. Calate il ponte, in su la saracina, Ch'egli viene a veder la sua regina.

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