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Aggiornato: 21 giugno 2025


Stazio, nel primo del suo Thebaidos, dice questo luogo essere in una isola non guari lontana da quella estremitá d'Acaia, la quale è piú propinqua all'isola di Creti, chiamata «Traenaron»: e di quindi dice essere, a' tempi d'Edipo re di Tebe, d'inferno venuta nel mondo Tesifone, pregata da lui a mettere discordia tra Etiocle e Pollinice, suoi figliuoli, cosí scrivendo: .......illa per umbras, et caligantes animarum examine campos Traenareae limen petit irremeabile portae, ecc.

Ed ora, che si fa? Ho passato una notte d'inferno, dormendo male, e sognando che il corazziere la conduceva all'altare, tutta bianca nella sua nube di merletti e di veli, colla corona di fior d'arancio sul capo. Io ero testimonio; naturalmente, nella mia condizione d'amico.... e di sciocco. Bizzarro episodio di quella cerimonia: prima di rispondere il fatale monosillabo, si è voltata a mezzo dalla parte mia, mi ha gittato un'occhiata birichina attraverso il lembo del suo velo, più tenue, più diafano che mai, ed anche colle sue belle labbra vermiglie mi ha fatto boccuccia. Che ardire! e non pensava che potevano vederla? Il prete, a buon conto, ha notato il suo atto, e levando gli occhi si è volto a guardar me, pensando, intravvedendo in un baleno Dio sa quante cose. Ma lei si era gi

Bene: disse allora, facendosi coraggio, la vedova: è un tale che può ajutarci e ajutare anche voi.... , vedete, me lo disse tante volte. È quel signor Omobono.... Ancora quell'uomo? Non mi fate quegli occhi; non mi guardate così. Tacete! capisco adesso questo mistero d'inferno.... Voi siete tanto buona che non arrivate a comprenderlo.

Ah giammai! Sarai la mia amica. No, demone d'inferno. Sarai la mia vittima. Ah!... il sono. Muori adunque! E l'orribile coperchio della botola, riserrandosi con fragore, lasciò l'infelice priva della presenza dell'infernale Basilio. Costui periodicamente scendeva a tormentarla; ed ella ormai sentiva sempre più avvicinarsi l'ora estrema.

«Per questa nottereplicava Fossano così macchinalmente e stato un pezzo irresoluto: «oh, notte d'inferno!...» proruppe alla fine, e disceso sull'ultimo gradino saltò nella barca. «Ma pensate d'andarvene così solo? a quest'ora? Aspettate che venga anch'io.» «No, tu hai da star qui... piuttosto chiamami qualchedun'altroVenne un altro servo, saltò esso pure nella barca, e si partirono.

Dovunque, rotelle, eculei, letti di ferro, stirature, tanaglie, corde da laccio, graticole ed altre simili mortificazioni del corpo come le chiamano i preti e che solo questa genia d'inferno poteva inventare per sventura dell'umana famiglia.

Camilla provò un senso di dolore vivo che la esasperò, perchè in mezzo ai suoi delitti, a tante orribili colpe ella lo aveva amato con vera passione. Or qual maggior tortura che destare ribrezzo in chi si ama? E parve a Camilla una pena d'inferno! Il conte accennò a Dal Pozzo di trascinar via Federico, che depose un ultimo bacio sulla fronte della sorella ed escì disperato.

Tutte le volte che scivolava in una fangaia e metteva il piede entro le pozze d'acqua, Giacomo bestemmiava come un turco e mandava un sacco d'accidenti all'illustrissima signora duchessa, che per un uccellaccio d'inferno faceva infradiciare un cristiano a quel modo con un tempo simile. Cocò ascoltava.

Perchè non hai voluto che ti accompagnassimo? Le verghe dei littori son di betulla; ma.... Ma tu se' un bietolone; sia detto con tua buona pace. Che cosa potevano fare le verghe, anco di dodici littori, contro quella turba di furie, scaturite d'inferno?

Durante il viaggio, carico di ferri, buttato come un cane in fondo alla stiva tra un buio pesto e 'l rombo dell'acque che suscitavano nella sua mente idee d'inferno e di dannati, nelle prigioni poi dello stato, arso dalla febbre, in una specie di buco umido, ebbe più orribile la visione della morte, col terrore dell'ignoto.

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