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Aggiornato: 21 giugno 2025
Buio d'inferno: non lémbo di nuvola illuminato dalla luna, non tremolare di stella; diresti che il firmamento sia morto, e il fiotto del mare ne lamenti la estinzione. La galera di Carlo d'Angiò percorre trabalzata dalla traversia senza direzione sopra la superficie delle acque, di flutto in flutto, dentro una tenebra spaventosa, come corpo lanciato per lo abisso dello spazio. Da per tutto sgomento: Carlo geme abbattuto quanto il più tristo che sia su la galera, perchè la vita è ugualmente cara a cui porta scettro e a cui maneggia il remo, nè forse corre tra essi altra diversit
Ah, ah! siamo dunque stati nel paese dei sogni? Male, male; notò il conte Filippo; lo dice anche la chiesa: Et mala mentis somnia Et noctium phantasmata Et noctium phantasmata! ripetè, assentendo del capo, il signor commendatore. Infatti, non ero mica addormentato, quando ho veduto... Che cosa? Raccontami. Sciocchezze, Filippo mio, visioni d'inferno. Appunto per questo hai da dirmi ogni cosa.
Allora la prese con tutt'e due le mani, la baciò quasi devotamente, e riandando col pensiero le memorie più lontane della sua infanzia, rammentava tutti i benefici ch'ella aveva ricevuti in quella casa; l'assistenza, i soccorsi prodigati a sua madre, al babbo suo, e quel comando di Lalla di non ritornare a discorrere mai più col Frascolini.... Lei l'aveva disubbidita; aveva incontrato Sandro, di nuovo si era messa a parlare con lui... Egli le disse che le voleva sempre bene... la condusse lassù, in quel camerone buio, lungo, basso come una prigione, pieno zeppo di ruote, di cavalletti, di macchine che giravano, pestavano, fischiavano, mentre uomini sudici, col ceffo annerito e con certi occhiacci che la divoravano viva, sembravano in tutto quel fracasso d'inferno altrettante anime dannate; poi... poi, senza saper come, da un momento all'altro, si trovò in una stanzetta linda, silenziosa...
Quando tutt'a un tratto, il Fossano, troncando quei lamenti, si voltò improvviso, come scagliandosi sul Malumbra, «Per te,» gridando, «per te, o mostro, io soffro queste pene d'inferno. Ora va; tu mi metti orrore.» E afferravalo pel mantello quasi a gettarlo in mare.
Vieni abbasso, nel salottino ove si fuma, e conoscerai subito una ventina di colleghi. Lo presi per mano, lo trascinai nel salottino dove si faceva un baccano d'inferno e, intimando silenzio, dissi: Signori: ho l'onore di presentarvi un chiarissimo nostro collega, l'illustre scrittore... Scusa: come ti chiami? Prospero Martucci.
Perchè non è fuggito? Perchè non ha salvato la vita, per vendicare la patria? Passa una notte d'inferno, e alla mattina la sferza lo costringe ad alzarsi e a mettersi in cammino. La sferza! Non è caduta ancora mai sulle sue libere spalle; oggi invece; oggi.... Vorrebbe resistere; vorrebbe opporsi; vorrebbe destare la rabbia dei suoi novelli padroni e ricevere il colpo di grazia.
Forse fu lui, che da la volgar gente Fra tante meraviglie Amor vien detto? S'è così fatto Amor veracemente, Ei fu di tigre, e di leon concetto, E da perversi mostri ebbe governo, E bevè per suo latte onda d'inferno.
Che? gli domandò Manfredo percosso da quelle parole e fermando il cavallo, d'onde il sai tu? Stanotte, eccellentissimo signore, fu davvero una notte d'inferno. So che fu appiccato fuoco. Nell'ora che tutta la citt
Non si sa; passò sulla terra avvolto in una nuvola, e disparve come una visione d'inferno.
E qui devo dare un ricordo agli impostori chiamati preti, che speculavano sulla morte, come su ogni cosa, ed accompagnandola colle loro favole terribili d'Inferno, di Purgatorio e tante altre menzogne hanno reso spaventevole una naturale circostanza o trasformazione degli esseri.
Parola Del Giorno
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