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Aggiornato: 20 luglio 2025
Ma i tempi sono guasti, e profittava nè più nè meno che se predicasse al deserto. Ma il nome? Buonvicino, dei frati della ricchezza di Brera. Ma le ricchezze ch'egli cerca, come ripete sempre il mio signor curato, non sono di quelle che si acquistano col tessere panni. Lo conoscete il mio curato? quello è un uomo! chiedete, domandate, egli sa tutto a mena dito... e...
Ma quell'udir menzionare la Madonna degli Angeli fu per lui un gran che; e rammentò come la prima volta ch'egli s'era aperto colla madre sull'amor suo, questa avea detto d'aver visto Bianca appunto a quella sagra. Subito l'immagine della fanciulla gli apparve bella e sdegnosa, a rimproverarlo di averla creduta infida, senza essersi curato di sincerarsi qual fosse più, o colpevole o sventurata.
Non ricordo in che villaggio, una donna del popolo fermò il primo ufficiale che vide, e gli disse con voce affannosa e supplichevole: È una buona persona il nostro curato, glie l'assicuro; è un galantuomo; non gli dispiace mica che vengano i soldati italiani; non gli facciano nessun male, lo raccomandi lei ai soldati, ci faccia questa carit
Bevuto la luna? Così almeno crederono un tempo in casa del curato, e fuori; poi per le persuasioni di lui Verdiana incominciò a concepirne qualche dubbio; ma in quanto a Giannicchio non ci fu verso a farlo ricredere, e lo avrebbe giurato anche sotto la corda.
«Ciò che vi si promette è un inganno. Credete al vostro curato. I ministri di una religione, che ha per codice il Vangelo, non potranno mai farsi complici di quest'opera abbominevole. Non possumus! non possumus! sar
Che cos'è accaduto? La vecchia zia si fece innanzi e condusse il sagrestano sull'uscio. Dite al curato che venga per le preghiere dei defunti; gli bisbigliò con voce soffocata dalle lagrime. Fiordalisa è morta. La sventura toccata a mastro Jacopo di Casentino fu profondamente sentita in Arezzo. Il vecchio pittore aveva molti amici, ed era ben voluto anche da coloro che lo conoscevano appena.
Mi travestii da accattone, esaminai diligentemente i luoghi, e nottetempo quatto quatto penetrai in casa, e m'impadronii del danaro. Nel ritirarmi entrai dentro un armario; il curato si sveglia, mi scambia pel gatto, e mi scaglia contro una scarpa, che parve una bombarda; ma non gli successe di cogliermi.
Giunto a un risvolto del viale, mi indirizzai quindi a lui, che parve tremar sulle gambe, vedendomi giungere. Siete nativo del villaggio? gli chiesi. Egli arrossì fin nel bianco degli occhi, chinò il capo, intrecciò le mani, si pose a girare le dita come se numerasse le grane del rosario, e, finalmente, con una vocina velata: Sissignore, rispose. E vivete qui, col curato?
Infatti non tardarono molto ad arrivare: il curato fu l'ultimo. Era un vecchio molto semplice, con tutti i capelli bianchi e gli abiti poco puliti, ma senza quella solita servilit
Il principe aveva sempre curato di procurarsi amici fedeli e di legare a sé l'entourage in cieca sommissione: la fortuna ora gli conduceva l'amico più fido e più devoto, Fialin Persigny.
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