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Tanto meglio... la salute è la prima cosa di questo mondo... chi ha salute ha denaro... perchè quando si sta bene si lavora... e si mangia... soggiunse, guardando con compiacenza il suo marmocchio che spalancava la bocca, dimenando allegramente le braccia, e le gambe, mentre Zaccheo prendeva la zuppa col cucchiaio di legno, vi soffiava sopra, l'avvicinava alle labbra per sentire se scottava, poi coll'indice l'accompagnava lentamente nella voragine di suo figlio.

Levò con una specie di cucchiaio la carne arsa che somigliava fondiglio di caffè. E Margadonna fu salvo. Massacese ripeteva, quasi esaltato, come un cerusico feroce:

Siate benedetto! rispose il dottore, mettendo mano alla sporta, e traendone fuori l'uno dopo l'altro parecchi involtini, boccette ed arnesi di varie forme. Anche del cognac! egregiamente; soggiunse, prendendo una bottiglia di vecchio Martel, e versandone alcune gocce in un piccolo cucchiaio, che accostò subito alle labbra dell'inferma.

E a tavola, quando stomaco e cuore siedono insieme, l'uno accanto all'altro per cantare uno dei migliori duetti di questo mondo; quando tu sorridi, vedendo fumare la zuppa odorosa e le manine impazienti dei tuoi bambini preparare le armi del cucchiaio e della forchetta per l'allegro combattimento; ecco che il brontolone trova la bottiglia fuori di posto e la minestra troppo cruda o troppo cotta.

Avrei tante cose a dirti: ma sento una certa campanella che mi fa fare un salto di gioia.... Arriva qualcuno? Chi arriva? Arriva la zuppa fumante, e chi impugna l'alpenstok sa come si stringa volentieri anche il cucchiaio. A rivederci, 5 agosto 1880.

Lasciami assaggiare un poco del tuo risotto. È appetitoso! -ella seguitò, allungando il cucchiaio verso il piatto che Celso le porgeva. Erano grandi uomini, lo hai detto tu stesso.... E quel Filippeschi non è un grande uomo, epperò non c'entra affatto con la storia degli altri. Chi lo sa?... Lo vedremo più tardi! ribatte Celso fidente.

E come Donna Letizia tentava fargli prendere un cucchiaio di zuppa ristoratrice, egli agitava fuor della bocca la lingua flessibile in tutti i sensi per lo sforzo dell’inghiottire è non poteva chiudere le mascelle irrigidite. Allora si udì nell’anticamera la voce del dottore Zenzuino che era finalmente salito. Ed entrò nella stanza un signore dalla bella faccia lucida di giovialit

Avete udito, canonico? disse il notaio volgendosi al prete che ancora discuteva con lo scrivano l'ultima giocata di tressetti interrotta dal forestiero. Questo signore compra i terreni di Tirantello fino al mulino del Cucchiaio. Vostro fratello il dottore ne ha un bel pezzetto... e i Laureano potranno rimpannucciarsi.

Egidio venne. Egli era il tenore giovine. Come aveva il petto singolarmente incavato, le gambe un po’ curve, rassomigliava un cucchiaio a doppio manico, su ’l quale fosse appiccicata una di quelle teste di vitello raschiate e pulite che si veggono talvolta nelle mostre dei beccai. Tilde! il tuo labbro è muto, Abbassi al suol gli sguardi. Un tuo gentil saluto, Dimmi, perchè mi tardi?

Io due salme sotto il Cucchiaio. Io venderei pure il mulino e il diritto dell'acqua. Bravi! A uno a uno. Ma bisogna intenderci, notaio! Che? Fino a ieri, tu non sapevi che fartene di quelle quattro zolle sassose, e ora nicchi? Ah, notaio! Voi tirate per l'inglese.