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Aggiornato: 10 giugno 2025
Marfisa guarda l'un l'altro nel viso, e scherza or col cucchiaio or col coltello, ed or sul grasso in qualche tondo intriso scrive con la forchetta, or fa fardello del tovagliuolo, or suona all'improvviso con le dita in sul desco il tamburello, or crolla il capo, or s'affisa nel tetto, e mostra fuor ciò che serra nel petto.
Ed oh! le belle miniere scavate col desiderio, i bei castelli a cui non manca il castellano canuto, nè la bionda castellana gentile! Ma un demone soffia in quelle sante visioni, il castello crolla, ed i castellani rimangono nella via più poveri di prima!
O sacri, vivi e lucidi cristalli, onde s'inaffian così rare piante, qual radice ha sentito il vostro umore c'ha virtù di produr pianta sì ferma che non le nuoce il più cocente sole: non la molesta grandine nè pioggia: non la crolla il furor di Borea o d'Austro, e non la tocca il folgorar di Giove? Qual radice ha sentito il vostro umore?
Li occhi rivolsi al suon di questo motto, e vidile guardar per maraviglia pur me, pur me, e 'l lume ch'era rotto. <<Perche' l'animo tuo tanto s'impiglia>>, disse 'l maestro, <<che l'andare allenti? che ti fa cio` che quivi si pispiglia? Vien dietro a me, e lascia dir le genti: sta come torre ferma, che non crolla gia` mai la cima per soffiar di venti;
Non indignazione ma nausea mi sento veramente nel vedere i miei concittadini inginocchiarsi davanti a quei simulacri dell'impostura! davanti a quei detrattori di Dio! "La crepa dell'intonaco, palesa che crolla il muro". "Basta un primo passo". "Il pugno di neve crea la valanga". E ce n'è voluto per osare questo primo passo!
Li occhi rivolsi al suon di questo motto, e vidile guardar per maraviglia pur me, pur me, e 'l lume ch'era rotto. <<Perche' l'animo tuo tanto s'impiglia>>, disse 'l maestro, <<che l'andare allenti? che ti fa cio` che quivi si pispiglia? Vien dietro a me, e lascia dir le genti: sta come torre ferma, che non crolla gia` mai la cima per soffiar di venti;
Matteo levò le braccia al cielo.... barcollò.... poi si buttò sopra un canapè dimenandosi, torcendosi, gemendo: La mia figliuola!... Anche la mia figliuola!... Il mio unico affetto.... superstite!... La rovina è completa...; povero il mio Fara-Bon.... hai fatto bene a morire.... Crolla la Cisalpina! Crolla la famiglia! Crolla la patria!
Perdonami. Sai? Sposa quella donna. Non hai potuto dissuaderlo? Non ho nemmeno tentato. Così crolla questa casa. Lo sfacelo. Tuo fratello non è tutta la casa. Oh il resto! Mamm
Sentiremmo salire alle nostre mani, alle nostre braccia, alle nostre guancie, la tremula acqua pesante, tutta piena di pruriti, l'acqua vasta dei baci e delle carezze, che bruscamente crolla in calda cascata sulle nuche, e le piega!... Per desiderarci di più! Per desiderarci di più!... Fino al momento confuso in cui non ne possiamo più! I tuoi occhi supplicano ancora!... Si tarda!... Si prolunga ancora l'attesa!... No, no, basta!... La tua mamma s'addormenta gi
Ella sen vien di molli aure vestita Nel rugiadosi umori Il sen colmo di fiorì: E dove passa colle rosee dita Crolla le siepi e scioglie Del mandorlo le foglie. S'increspa il flutto e brilla Bianco nel prato il torrentel; sul clivo S'illumina ogni villa. Andiamo ad incontrare, O cittadini, in lungo stuol giulivo Le rondini sul mare.
Parola Del Giorno
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