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Aggiornato: 3 giugno 2025


In quel crocchio di gentiluomini vecchi e giovani che s'eran recati da Berto Candriani a chiacchierare, a bere, a giuocare, abitudine presa durante i primi giorni dopo il duello e seguitata poi per tacito consenso di tutti, il conte Nino d'Este parlava di donne.

Papa Leone intanto, per quanto fosse l'amore che avesse alla poesia latina, e per quanto diletto gli derivasse dalla declamazione del poemetto latino, pure per quelle ore che dovette lasciar passare prima che arrivasse il Baglione, non fu più atto ad ascoltar altro, ed alzatosi dalla sua sedia, con somma impazienza movevasi per la gran sala passando da crocchio a crocchio, udendo tutti e non ascoltando nessuno.

Quel giorno, seduta in quel crocchio di donne, all'ombra del pergolato, da cui pendevano i grappoli di lugliatica, gi

Il professore s'era unito al crocchio dove c'era la signora Guerini, la quale diceva a Maria che avea appunto udito far i suoi elogi dal professore e da don Vincenzo, e invitava tutti ad una festa campestre, che dovea dare nel suo giardino il giorno dopo.

Tu hai bevuto troppo, e non capisci nulla! disse a lui di rimando l'oratore. Qui bastiamo in dodici, e uno di più guasterebbe il negozio. Ognuno di noi conosce un lato dei segreti di cento e più donne. Vi par troppo? Pensateci un tratto; ricordatevi; frugate nei ripostigli della vostra memoria! Talvolta, in un crocchio di amici, non avete udito dire chi fosse l'amante della tale, e della tal altra? Un piccolo scandalo avvenuto, e commentato per cinque o sei giorni dall'universale, non vi ha egli messo sulla traccia di molte cosette ignorate? O non avete, passeggiando per una via fuori mano, veduto una coppia d'innamorati? A teatro, mentre il tenore stuonava una dichiarazione d'amore, non avete colto uno sguardo tra un palchetto e un punto della platea? Di questi fatterelli ognuno di noi ha certamente udito e veduto le migliaia. Ma pur troppo il difetto di unit

È cosa incomoda, per chi scrive e per chi legge queste pagine, che il racconto fatto dal conte Ridolfi al crocchio in cui trovavasi il Palavicino, non sia stato impresso dalla tipografia Vaticana, chè sarebbe giunto fino a noi, e così avremmo saputo assai più cose; e tra l'altre, anche i nomi di quei personaggi che la cronaca pensò bene di collocare in una fittissima ombra, e de' quali, narrando i fatti degni di ricordanza e di studio, dissimulò la fede di nascita e la fede di battesimo. Convien dire però, a tutto conforto del lettore, che noi frugando in una quisquiglia infinita di carte vecchie, abbiam pure raccapezzato ciò che forse il Ridolfi ignorava. Però mettendo a conto dei fatti taciuti dal degno gentiluomo, tutto quanto per noi potr

Stava ella ritta, immobile, con le mani dietro la schiena, col dorso appoggiato al parapetto della terrazza, la piccola testa ed il busto spiccanti in ombra sul nitido azzurro del cielo ove sorgeva alta la luna. Aldini la raggiunse, e si allontanarono insieme. Ma la signora Valeria piantò il crocchio degli amici e corse ov'erano sua figlia e suo genero. Che c'è?... Cos'è successo?

Un breve scalpiccio che s'allontanava, poi un lugubre silenzio non interrotto che dal ciangottare dell'acqua nella vasca della fontana. Nei paesi dell'alta montagna nessun crocchio la sera; la battaglia aspra, cupa della vita, da una avemmaria all'altra, il resto, quando non è del dolore, è del riposo.

Il Palavicino, ch'era ricomparso sott'altro mantello e sott'altra maschera, girando tra crocchio e crocchio, potè accorgersi di tale mutamento, e tornò a nutrire quelle speranze che alcuni momenti prima fu quasi per perdere.

Si tolse dal crocchio che lo serrava; il signor Omobono fece per afferrargli il braccio, ma egli con una buona strappata, e con un urto a' vicini che gli eran d'impaccio, potè farsi un po' di largo, e trovossi per sua ventura vicino alla porta. Allora, un impensato caso venne ad ajutarlo.

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