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Aggiornato: 18 giugno 2025


Ebbene gli era a codestui che il povero Vanardi doveva duecento cinquanta lire di pigione. E meno male fosse stato quello il solo suo debito! E lascio stare il macellaio, il venditore di vino al minuto e tutti gli altri creditori, che se volessi annoverarli un per uno farei una rassegna lunga e noiosa, come quella degli eroi combattenti in un'epopea che si rispetta.

Balzai in piedi, mi vestii in furia, uscii correndo, e non mi fermai che sulle scale dell'Albergo Milano, dove tre camerieri m'inseguirono e m'arrestarono come un ladro, per dirmi: Il numero 17 è uscito! Il numero 17 era Fulvia! Briganti! Li respinsi come tre creditori, e ripresi a salire dicendo: Aspetterò la signora Zorra.

Novellino a siffatte cose, egli non chiuse occhio la notte, tale e quale come la prima notte in cui si era aperto con Lalla, perchè le innamorate e i creditori producono spesse volte i medesimi effetti. Dopo qualche tempo si abituò un poco anche ai debiti, ma, povero figliuolo, si era abituato a star male. Che doveva fare?

Che questa.... Ma badate, rimanga un segreto tra noi!... che questa è l'unica differenza di rilievo tra i creditori e i bottoni. Le risate ripigliarono più mattamente di prima.

La notizia delle nozze illustri era ormai giunta fino a Venezia, e capitata proprio all'orecchio di Frascolini quando il famoso cugino aveva appena alzato il tacco in cerca d'altri lidi, lasciando ai creditori la cassa vuota e la bottega chiusa. Sandro non voleva dar quella nuova alla sua Lalla, altrettanto divina quanto crudele; e ormai apertamente in rotta col babbo, non sapeva più a qual santo votarsi per far fortuna. Colla sua voce avrebbe potuto tentare il teatro, e quell'idea lo seduceva assai, ma una volta tenore bisognava rassegnarsi a perdere Lalla per sempre, e il nostro giovanotto era più che mai innamorato, quantunque si sforzasse per credere di non esserlo più. Anzi, senza saperlo, difendeva Lalla in cuor suo; e quando egli riusciva a trovare una buona scusa per la signorina si sentiva meno infelice. Col pensiero era sempre l

È legge di cortesia rispettare i presenti. Tira, via, non c'è pericolo. Sei qui in mezzo a debitori morosi e della più bell'acqua del mondo. Or bene, ripigliò allora il Valerga, sappiatelo; i creditori.... non hanno anima. Bella scoperta! È vecchia più di Matusalem. ; ma c'è di peggio. Che cosa?

Ambrogio, piattonate a' creditori che ti verranno dappresso colle solite noje. Ma il diletto di metter sossopra i banchi delle scuole del Calchi dove il Calcondila mi ha fatto tanto dormire quando spiegava Omero, credo lo lascierete a me solo. Presto dunque via di qui e in cammino, ch'io gi

Per il Vharè, avere o no quindicimila lire entro le ventiquattr'ore, voleva dire poter restare al sole o doversi accontentare di vederlo a scacchi. L'elegante marchese di Vharè era giunto a questo punto!... I suoi creditori, dopo avergli messo il sequestro sui mobili di casa, glieli avevano lasciati in custodia con tutte le regolarit

Non hai più nulla da fare, nel mondo; vattene via, nella fossa comune, ivi non sono creditori, appariscono più i divini e dannati occhi azzurri che furono la causa della tua morte. Lampeggiarono, gli azzurri occhi, a queste ultime parole. Julian Sorel li guardava e ne beveva il veleno di morte, Julian Sorel udiva la chiara e ferale voce e ne sentiva, al cuore, le mortali, le lugubri vibrazioni.

Poi si battè la fronte, prese una subita risoluzione, si calcò il cappellaccio in testa e con quel po' di denaro che aveva corse via per ammansare mercè alcuni acconti i suoi creditori. Un quarto d'ora dopo egli si trovava precisamente nella florida condizione in cui era il giorno innanzi, cioè senza un soldo in tasca.

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