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Deve essere imbarazzante per quest'anima il trovarsi contemporaneamente in un corpo di venticinque anni e in un altro di.... Suggeritemi voi, signora Teresa.... Teresa Di ottantadue, se non vi dispiace. Ludovico Non credere a ciò che ti dice questa civettona. Ne ha appena... ottantuno. L'accrescersi gli anni è una civetteria della vecchiezza. Francesco

Relata refero, e son ben lontano dal credere tutto ciò che dei valenziani si dice; ma è certo che a Valenza la sicurezza pubblica, se non è un mito, come dicono poeticamente le nostre gazzette parlando delle Romagne e della Sicilia, non è neanco il primo dei beni che vi si goda, dopo quello della vita. Me ne persuasi la prima sera del mio soggiorno in quella citt

Non ho veduto mai, letto altrove, fuor ch'in Turpin, d'un fatto animale: questo rispetto a credere mi muove, che l'augel fosse un diavolo infernale che Malagigi in quella forma trasse, acciò che la battaglia disturbasse.

Erminia trasalì; volle credere tutto questo una burla di cattivo genere ed indignata stava per scacciare Nicodemo dalla sua presenza ma questi non gliene lasciò il tempo e continuò senza punto sconcertarsi.

No, giacchè ora sa che io non conto più su la sua restituzione. Perchè gliel'hai date? Per togliermi la tentazione di credere che vi sia una persona onesta in questo mondo. E se, contrariamente a quel che tu sospetti, costui verr

La Teresa, debole all'usato e confidente, s'ostinava nel credere che quel signore il quale alcun tempo prima era venuto ad offrir loro protezione, avrebbe certamente saputo adempir la promessa: in questa fede la tenne ferma una recente visita del signor Omobono, tornato apposta per discolparsi, colle migliori apparenze, di que' sospetti che l'ostinata avversione di Damiano aveva desto contro di lui nel cuor della vedova. E siccome l'animo umano troppo spesso vuole, direi, ostinarsi nella contraddizione e trovar nebbie nell'evidenza stessa, quando l'evidenza non sia opera sua; non parr

Figurati! Sono interessato a mantenere il segreto. Tu però non credere le mie parole una delle pretese eccentricit

Guglielmo stava cheto a contare i passi della fidanzata su per la scala, la sentiva entrare in camera, andare e venire via per il tavolato sonoro con quei cento rigiri che fanno le donne prima di coricarsi, gli passavano davanti agli occhi delle visioni piene di rapimenti, immaginava mille cose, seguiva colla mente tutti gli atti della bellissima persona. Qualche volta usciva di casa e stava cogli occhi fissi sulla finestra illuminata di Teresa, e gli sguardi erano così intensi che pareva dovessero forare i vetri e penetrare nella camera. Spenti il lume ed i rumori, Guglielmo tornava all’officina, vi accendeva una grossa lampada a petrolio appesa al soffitto, empiva la stufa e poi via per delle ore. Che bella luce dava quella lampada per tutta l’officina! Di fuori la neve in faccia alla finestra ne era illuminata per lunghissima tratta; pareva un fiume d’argento fuso che corresse fra sponde fredde e desolate; ma Guglielmo non guardava di fuori; solo nel gran sonno invernale e notturno stava curvo sul banco, maneggiava le assi come fuscelli, le fissava al granchio con una spinta da catapulta, e poi piallando ne faceva uscire dei trucioli eguali, spirali, crespi, che si ficcavano su per la buca della pialla e fioccavano a terra silenziosi e vi si ammonticchiavano. Ah! non cantava più allora, non cantava più, aveva ben altro che fare, e poi a udirlo cantare Teresa avrebbe potuto credere ch’egli volesse farsi sentire, ed al solo pensarci arrossiva come un fanciullo. Era sicuro che Teresa seguiva sveglia il suo lavoro; sapeva che ogni martellata rispondeva nel cuore dell’amante, ma voleva che le giungesse il solo rumore dell’opera; l’opera sola era necessaria e premeva, l’opera costruiva l’edifizio della loro felicit

È vero, : disse Gabriella rassicurata alquanto. Comincio a credere che voi aveste ragione nel pensare, che, legata a mio marito da qualche segreto, l'abbia ajutato senza conoscermi.... Egli l'avr

Ancorché nel precedente capitolo siasi abbastanza, a mio credere, fatto conoscere che quello, che diciamo «alzamento» delle monete d'oro e d'argento, non è altro, propriamente, che un abbassamento della valuta delle monete inferiori e delle immaginarie; nulladimeno, per fuggire ogni oscuritá, seguiteremo a chiamarlo «alzamento» od «accrescimento» delle monete istesse.