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Aggiornato: 3 giugno 2025
Ah sì, lo avevo dimenticato! ringhiò con accento di profonda amarezza il gesuita. E senza badare alle buone creanze, si diede a passeggiare concitato nel salotto, collo sguardo basso, i denti stretti e i pugni chiusi sul petto, come un lottatore che si prepari alla riscossa.
PARDO. E pur con Turchia, Turchia: il canchero che ti mangi! tutte le mal creanze le scusi con Turchia. Ti conosco per un scappato da mille forche; quanto piú gli scusi, piú l'accusi: se pur son usanze turchesche, or che siamo tra cristiani, bisogna viver da cristiani. TRINCA. Se voi l'aveste maritata, sareste uscito da intrico. PARDO. Non ho trovato cosa a proposito.
Comunque fosse, rimasto ancora pochi minuti per le buone creanze e prestata una mezza attenzione al cicaleccio delle signore, dal quale potè cogliere appena che la nuova venuta si chiamava Mary, che era nata a Nizza, che doveva andare quel giorno a veder le bellezze e le rarit
Lodava molto mio padre quest'amicizia, veggendolo ornato di tante lettere e di tante buone creanze, anzi non voleva ch'io trattassi con altro che con Erasto; onde nacque tra noi una amicizia strettissima, trattandosi fra noi di risoluzioni onorate, di desidèri di belle imprese e d'esser compagni a gran fatti.... MITIETO. E in un petto di donna potea capir animo sí valoroso?
Frattanto Lorenzo si pose a passeggiare, poco cortesemente invero, ma molto umanamente, su e giù pel salotto della contessa. In quel momento egli aveva la mente ad altri pensieri che a quello delle buone creanze. Anche la sua sfuriata innanzi alla cameriera trover
Alla credenza, dove il duca di Marana la condusse, fu un vero trionfo per la donna gentile. Il ballo, quando ripigliò, ebbe a rimanere un po' fiacco, per la contumacia ostinata dei cavalieri. Sissignori, cotesto avvenne, contro tutte le buone creanze.
Ho promesso al conte Alerami.... ho accettato ch'egli venisse ad accompagnarmi dai Torre Vivaldi; e senza mettere in conto che io fallirei alle buone creanze verso la Ginevra, il rimanere a casa sarebbe una vera scortesia, usata, senza una ragione al mondo, a quel povero conte.
E gli altri a sorridere maliziosamente, a far boccacce, fino a quel segno che consentivano le buone creanze, ed anche ad esprimere più apertamente i loro riveriti dubbi intorno al merito della cantante. Non avevano poi tutti i torti; ma infine, perchè scegliere appunto quel palco per loro tribunale?
"In appendice alla mia del passato ordinario ve ne acchiudo un'altra del nostro amico Manzoni. Egli ha voluto farla passare per le mie mani, perchè mi risguarda direttamente e contiene una sua onesta disapprovazione dell'essermi io avvilito a parlare di De Coureil. Del quale mio errore io non meriterei veramente perdono, se non mi scusasse il fatto di quelli che hanno confuso il reverendo lor nome con quello d'un pazzo, e si sono condotti peggio di me, e non veggo che abbiano ancor redenta questa ignominia, separandosi da così vile e disonesta compagnia. Vera è pur troppo la riflessione di Manzoni che, prendendo briga col De Coureil, è forza che i buoni si scordino di quella gentilezza che pure è il primo frutto delle lettere, vero per conseguenza che in quella mia nota sono corsi dei termini non gentili. Ma se un facchino imbriaco, mentre io vado per la mia strada, mi viene addosso con villanìa, e mi lorda di fango, dovrò io dirgli: Signore, siate più rispettoso coi galantuomini; signore, maltrattatemi con più discrezione; considerate, vi prego, che mi si deve un poco più di rispetto e altre simili gentilezze? Chi può dunque incolparmi d'aver dato al mio critico i nomi ch'ei merita? Le creanze si usano con chi le pratica, e il bastone con gli asini mal educati. Ma parlerò con altro linguaggio, se avverr
PIRINO. Se l'ho amata schiava, povera e in casa d'un ruffiano, che si può dir piú? benché dalle sue maniere e sue creanze l'ho stimata sempre nobile e onorata, or dico che se non conoscendola l'ho tanto amata, quanto debbo or amarla sapendo che è vostra figlia? E quanto m'ho imaginato di lei, tutto m'è riuscito. DOTTORE. Figlia, entriamo in casa, ché ivi ragionaremo piú a lungo.
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