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Aggiornato: 10 ottobre 2025


In quel momento il mio cuore prese a battere con tal violenza, che me ne echeggiavano i sussulti alla gola ed alle tempia. Premevo il braccio di Fulvia con vivo trasporto, che certo ella dovette sentire i miei palpiti. E la mia mano continuava a premere la sua. Oh! tutta la mia vita per un'ora come quella!

E poichè Roberto rideva. No, no, parlo sul serio continuava il Selmi, mentre vuotava allegramente uno dopo l'altro i bicchieri di vino; capisco che sono un buon generale di divisione, ma non sono un buon generale in capo. E c'è stato dell'egoismo nel consigliarti di venir qui; sentivo che tu avresti supplito alle mie deficienze. Io?

Lucia lo guardò, sorrise, e poi abbassò la testa anche di più: Oh se fosse proprio vero.... cinque anni.... allora.... allora sarebbe tutt'altra cosa!... Recanati intanto continuava a farsi più e più vicino, e gi

Laonde il Direttore trasformavalo in Giornale di Sicilia, e nel medesimo formato e carattere lo continuava con idee più larghe e con vedute più pratiche.

Il Fossano giunse in punto da potere udire con chiarezza queste parole, e il gondoliere che, scarico di pensieri, batteva il suo remo sulla placida laguna, sentì afferrarsi dalla mano tremante del Fossano che proferì, battendo i denti, queste precise parole: «Hai tu udito, ho io compreso bene?» E il suo volto si venne sfigurando di maniera che il gondoliere, maravigliato a quelle parole e a quell'atto, si ristette pensoso a riguardarlo per qualche tempo, e congetturò il vero: accompagnato di poi il giovane sino alla soglia della casa ove alloggiava, e visto che l'apparenza di lui continuava ad essere peggio sparuta che mai, lo accompagnò coll'occhio, mentre colui saliva la scala, e crollava il capo dicendo: Dio gliela mandi buona, ma questo giovane è a malissimo partito. E come uomo assai bonario e pietoso, visto uscire di quella casa un fante che sapeva essere al servigio del cavaliere lombardo, lo chiamò a raccomandandogli vegliasse bene attorno al suo padrone, il quale aveva bisogno di soccorso, e soprattutto si guardasse bene dall'abbandonarlo. E assai gli giovò quell'avviso, che il Fossano, pensando che per lui non era più a far nulla in questo mondo, aveva determinato mandare ad effetto in quella notte medesima ciò che non aveva voluto fare alcuni giorni prima. Nell'ora infatti che tutto è quieto in Venezia, uscito il Fossano della sua stanza, e visto che il servo dormiva, pensò ch'era venuto il momento opportuno, e pian piano ritornò nella sua camera. Al fante, che vegliava ad occhi chiusi, diede sospetto quella visita di Alberigo, e visto che non era tempo di starsene a giacere, pensò recarsi all'uscio della camera ove stava il padrone, e origliarvi attento. Dopo qualche momento gli parve udire a parlare. Accresce l'attenzione, ode una fervorosa preghiera, poi alcune parole senza costrutto, in fine un silenzio profondo quasi non vi fosse anima nata. Allora, come gli venne in fantasia, e fu gran ventura, bussa all'uscio, e l'uscio cede, chè, per caso, il Fossano non l'avea chiuso. Il lume era stato spento; chiama il Fossano. Chi è qui? Son io, non abbiate alcun timore, gli risponde il fante. Esci presto di qui, e va a dormire, gli ingiunge il Fossano, ma con tanta insistenza che era facile comprendere che ci dovea esser sotto qualche cosa. E il fante uscì di fatti, ma ritornò col lume. Rientrato vide ciò che per quanti sospetti avesse, non si aspettava tuttavia di vedere. I lenzuoli del letto dove il Fossano s'era gettato a giacere, erano in una parte inzuppati di sangue. Che cosa avete fatto! gli grida il servo. Il Fossano si era proprio, come aveva meditato alcuni prima, con quell'acutissima sua daga, aperta una vena e lasciatone uscire il sangue liberamente. Vedendosi scoperto in quel modo il Fossano si rimase come avvilito, e alle domande del servo non volle rispondere mai nulla. Vergognava d'essersi lasciato cogliere; ma a toglierlo di quella vergogna fu soprappreso, pel molto sangue ch'era gi

La lettera, scritta sotto la dettatura di Ezio dalla manina di Sabinetta, continuava: «Quando riceverai questa mia, io sarò gi

Non voleva lasciar credere a Lalla di essere ancora in sospetto, e perciò cercava tutte le occasioni per mostrare la sua piena fiducia. Lalla continuava sempre a rosicchiare i grissini e non mostrava nessuna preoccupazione per quell'incontro inaspettato.

La piazza era diventata tutta bianca e co' suoi pallidi riflessi rischiarava tristamente il vasto squallore di quella notte d'inverno. Il portico soltanto era illuminato da una lucerna che pendeva giù dall'architrave, e dalla luce viva che si diffondeva al di fuori dai cristalli delle grandi portiere del caffè. Che cosa fare?... Quintino continuava a guardarsi d'intorno smarrito.

Ah , vedo, disse a mezza voce; tra il cavaliere dell'Isola e la signora..... una signora Emma qualunque.... Il superiore arrossì fino agli orecchi, chè in fondo, perchè di meno spirito, era assai più aristocratico del duca, il quale continuava a burlarsi di lui.

L'accappatojo di Lidia prendeva una tinta deliziosa, difficile a riprodursi, che pareva gradazione di due colori soavi compenetrati. Rimasi un istante a gustare il quadro. Lidia continuava a guardarmi coi grandi occhi turchini.

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