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Aggiornato: 19 maggio 2025


Tutti fecero largo quando traversò la sala, gli italiani assunsero un'aria di gentile stupore, gli ufficiali affilarono i baffi, dilatarono il collo e rigonfiarono il torace in aria di conquistatori.

Ai romani, illusi dall'orgoglio e dall'avarizia, una via di felicitá parve lo sprezzar gli altri popoli e il conquistarli. L'esperienza ha mostrato purtroppo che la smania delle conquiste ne' popoli moderni è una fonte tremenda di sciagure non solo pei conquistati ma ben anche sovente pe' conquistatori, e che da tutt'altri principi dipende ora la bella o la trista fortuna de' popoli.

Erano due giovani signori, vestiti con eleganza alla moda del giorno, due di quegli attillati che camminano in aria di conquistatori lungo le frequenti nostre corsie, di su, di giù, all'ore consuete del passeggio, e più spesso sull'imbrunire, aspettando che la buona ventura mandi loro incontro qualche galante o misteriosa bellezza; studiosi d'andar segnati a dito da chi voglia o non voglia saperne di loro, accorti e leggiadri trovatori di lepidezze e passatempi; di quelli che pigliano le cose con buon gusto e capriccio; che si credono, essi soli nel genere umano, persone comme il faut, per dirla con una loro favorita espressione; senza curarsi mai di pensare, prima o dopo di fare; chè il pensare per essi è un di più.

Allorchè questi, preferendo la patria, si recava ad incoronarsi di alloro in Campidoglio, il Pusterla nemmeno potè sorridere al vedere il grand'uomo mostrare suprema contentezza nel ricevere un lauro, principalmente perchè somigliava di nome a colei che sola gli pareva donna: e vedendolo restituirsi in Italia fra gli applausi, fra un trionfo che rinnovava la pompa dei tempi antichi, a vanto non più d'insanguinati conquistatori, ma del pensiero e della scienza, ebbe tal pressura al cuore, che per gran tempo ne stette malato malato di quel mal di patria, che spezza tante esuli vite.

Intanto gli eroi de' fuggitivi amori continuarono allegre cene, e trionfi galanti; e parecchi n'andarono invidiati, e alcuna fra le regine della moda e della bellezza non isdegnò il corteggio de' più giovani e più fortunati di que' conquistatori.

Un giorno, in un crocchio di giovanotti dell'Aja, citai questo giudizio di Saint Evremont, e domandai bruscamente: È vero? Sorrisero, si guardarono, uno rispose: Direi...; un altro: Mi pare...; un terzo: Sarebbe...; infine s'accordarono tutti nel dire che era vero. Altre volte raccolsi degl'indizi provanti che le cose corrono oggi tale e quale come ai tempi dello scrittore francese. Si parlava in un crocchio d'un personaggio leggermente ridicolo. "Eppure, disse uno, quell'ometto d'apparenza così posata è un donnaiolo di prima riga." Io domandai colla frase sacramentata: "Turba il riposo delle famiglie?" Si misero tutti a ridere e uno rispose: "Che! Turbare il riposo delle famiglie in Olanda! Sarebbe una delle dodici fatiche di Ercole." "Noi olandesi," mi disse una volta un amico, "non siamo conquistatori, e non possiamo esserlo perchè ci manca la scuola. Non c'è nulla di più falso in Olanda che la famosa definizione: il matrimonio è come una fortezza assediata; chi è fuori vorrebbe esser dentro; chi è dentro vorrebbe esser fuori. Qui chi è dentro ci sta bene e chi è fuori non pensa ad entrare." "La donna olandese," mi disse un altro, "non sposa l'uomo, sposa il matrimonio." Questo che si dice all'Aja, citt

Finalmente, in agosto del 526, Teoderico fulminò un decreto per dar le chiese de' cattolici agli ariani; ma morí prima del fissato all'eseguimento, tra' rimorsi e i prodigi, disse il volgo, tra le esecrazioni di esso certamente; e troppo tardi raccomandando a' grandi goti e romani, raccolti intorno al letto suo, quella concordia, che è cosí difficile sempre tra conquistatori e conquistati, ch'egli giovane e forte avea saputa mantenere, ma che invecchiato avea lasciato allentarsi giá, e stava ora per isciogliersi del tutto in mano di una donna, un fanciullo ed un letterato.

A mano a mano che il teatro si stipava, cresceva il rumore. Il primo ordine dei palchi, quantunque gli usci ne fossero aperti, era stato invaso dai parapetti; la gente arrampicatasi sul basamento vi si era lanciata strepitando, cadendo a grappoli sui sedili, brancicando le tendine, strappando e ridendo. Pareva una festa. Agli altri ordini, i primi arrivati s'erano chiusi nei palchi e ricusavano d'aprire agli ultimi. Pochi o nessuno fra i proprietari invece aveva però osato far questo o, facendolo, aveva ceduto il posto d'onore a qualcuno della plebe come a un parafulmine che dovesse difenderlo in caso d'uragano nella platea o nel loggione. Quindi rintronavano pugni negli usci, urla di minaccia e di scherno. I conquistatori gi

Frattanto Orazio ed i compagni fecero un giro d'ispezione alle guardie e sentinelle avanzate, e diedero ordini di dare la sveglia prima dell'alba. , tra quelle piante, distese sulla terra, dormivano le speranze di Roma, il risorgimento da diciotto secoli di sonno e di vergogna, l'avanzo illustre dei vecchi conquistatori del mondo anelanti d'essere accolti nella grande famiglia umana!

Dai, dai favorendo l'abiezione dei popoli conquistati e la barbara ignoranza dei conquistatori i Papi gi

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