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Aggiornato: 25 giugno 2025
Poi, d'un tratto, Loredana si rintanò in casa di nuovo, come impaurita, e non volle più uscirne. Aveva incontrato Adolfo Gianella per istrada e s'era rifugiata in un negozio a comprar bottoni e nastri; ma non così presto che Adolfo non avesse potuto vederla, sentire il sangue avvampargli la faccia e il cuore martellargli in petto.
Togliti il tuo Lampridio, tornaci il nostro Eugenio e vattene a studiare a Salerno come prima. LAMPRIDIO. Orsú, il mio caro Mastica, eccoti questi danari per comprar robbe per la cena, e t'impegno la mia fede esser storpiato e mutolo come dici e star proprio in casa come un santo. MASTICA. Cosí, me ne dái la fede... LAMPRIDIO. Eccola. MASTICA.... di non star in casa tutto il giorno?...
È un oggetto per V. E., insinuava il De Carlo. Inutili le vostre offerte, rispose la principessa, ho deliberato non comprar più gioielli: ne ho gi
Vado sola; devo comprar qualche cosa pel mio ricamo. Andrò sola. La voce erasi fatta rauca, incerta, con alterni suoni di metallo prossimo a fendersi. Non fi stancherai? osservò timidamente Emilia. Se tu aspettassi fino a domani? O vuoi mandare a prendere una carrozza? Stancarmi? Andare in carrozza? ripetè la giovanetta. Si direbbe che tu mi credi sempre in agonia.
FORCA. Appresso vestiremo Panfago, che non è conosciuto da Mangone, da raguseo perché avemo inteso da lui, questa mattina, che voleva andar al molo a comprar schiavi, ché dica esser fattor del raguseo e gli venda voi per schiavo, per quello prezzo ch'egli vuole, perché vi meni a casa. Esso, perché spera guadagnarvi con Filigenio vostro padre, da cui n'è stato pregato, vi comprará sicuramente.
Spasimossi ogni cor, non v'ebbe coro, Salvo dolente, e la letizia tacque, E sparse al vento le speranze loro, Stesa per terra la superbia giacque; Le legna loro essi comprar con oro, E bevvero per oro un sorso d'acque, E le ricchezze de la patria sede Videro trasportarsi a strano erede.
FILIGENIO. Vien qua, rispondimi a quanto ti domando. FORCA. Eccomi. FILIGENIO. Non hai tu tinto la faccia di carboni a mio figlio e vendutolo al ruffiano? poi tinta la faccia di carboni alla puttana, e l'hai fatta comprar da me, facendomi pregar da Alessandro?
FILIGENIO. Io non ne ho a comprar la bellezza di lui, il bel ragionare, il cantare e il ballare; ma vo' che sia ben creato, gagliardo e che sappia servire. MANGONE. Eccolo, vedetelo bene, consideratelo; non vi ho chiesto soverchio. FILIGENIO. Non è di cattiva apparenza. MELITEA travestita, MANGONE, FILIGENIO. MELITEA. Caro signore, che mi comandate?
Diamo mano a' fatti: andiamo a comprar galli d'India, polli, piccioni e fegatelli; e prepariamo l'osteria, che fra poco tempo saranno in Napoli. GIACOMINO. O cuor del mio spirito, o spirito dell'anima mia, o spirito ed anima del mio cuore, ti vedrò forse oggi e senza forse in Napoli ed in casa mia? CAPPIO. Come stai cosí attonito?
Né qui vedo altro potersi opporre a questa dottrina, se non se alcuno dicesse che anzi il vero valore delle monete d'oro e d'argento deve paragonarsi colle cose vendibili, non con le monete basse e con gli scudi e lire immaginarie; ed il zecchino, per esempio, valendo 18 lire, bastava per comprar diciotto cose da una lira l'una: ora col medesimo, che ne vale 20, ne comprerò due di piú.
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