Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 19 maggio 2025
I potenti ricordi del tempo dell'imperatore, il corpo degli ufficiali variamente commisto di cólti e d'incólti, il mobile spirito democratico dei tempi alimentavano l'irresistibile ambizione guerresca. Il grande enimma, come mai il pacifico sistema parlamentare potesse conciliarsi con un esercito forte ed efficiente, si rivelò in questo caso più difficile che mai.
17 L'antiquo sangue che venne da Troia, per li duo miglior rivi in te commisto, produrr
Si può immaginare quello che resta al povero mezzadro all'epoca del raccolto, specialmente dove padroni inumani non lasciano più a loro il così detto solame cioè il po' di grano commisto a paglia e a terra che nella trebbiatura rimane sull'aia e negano loro la facolt
Io veglio alla cottura delle rocce cesellate e alla vitrificazione policroma delle sabbie, così che fra le mie dita le argille si trasformano in ideali porcellane rosate che io frango coi miei buffetti di vapore! Sono incessantemente commisto alle mie scorie. La mia vita è la fusione perpetua dei miei frantumi.
a l’alba di Natale ogni bambino che soffra il tuo destino e mangi pan con lacrime commisto, si sveglier
Era questo il baccar di quel tremendo Popolo di pigmei. L'un l'altro, a un segno, S'aggruppâro, si unîr, si fuser tutti Come liquido bronzo, e una trifronte Furia formâr così gagliarda e fiera, Che immoto stette a contemplarla il mondo. Ella si scosse, e dietro a lei sparirono I secoli; diè un grido, e tremâr quanti Popoli e re. Tutto sia nuovo, disse, E fulminò: tempi, memorie, cose, Troni ed altari, uomini e dii. La terra Corse in tre passi; e a le rovine in cima, Fra un oceano di sangue eretto un trono, Lieta, guardando a l'avvenir, si assise. Come allor, che dai campi aridi e brulli Piomba co'l verno una tempesta, orrendo Romba il tuon, fischia il vento, a larghe falde Piove olimpo; i torrenti alzansi in fiumi, I fiumi in mar; crollan capanne e case, E ti par tutto, ove che il guardo giri, Un sepolcro di torbe acque la terra; Tal passò quell'Erìne; e, a quella forma Che, a le fiamme del Sol, bevendo i campi L'abbondevole umor, pullula intorno Fuor del morbido limo ogni diversa Vegetal vita, e variopinto e bello D'erbe intesto e di fior spiega il suo manto; Così da le rovine alte e dal sangue Germinâr cose e idee, ch'arbori or fatte, Dan riparo a le genti e frutti al mondo. Questi, ch'io noto con parlar fugace, Inclito Prometèo, son, tra' maggiori Fatti, per cui l'uman genere avanza, I maggiori e più illustri; e d'essi al raggio La speme del mio cor s'accende e cresce. Me più volte cacciò nei tenebrosi Baratri il Dio, che al suo fatale è presso, Ma invitto sempre ad altre prove io sorsi, E a l'estrema mi accingo, or che cotanto Spazia nel Ver de l'uman genio il volo. Però ti piaccia udir, come appuntando L'uomo industre e tenace il vario ingegno Or d'Iside nel grembo, or di sè stesso, Utili veri a la sua vita invenne. Qual dirò prima o poi? Correa su' ciechi Flutti il nocchiero, e nulla al dubbio corso Guida costante gli reggea la prora, Fuor che l'Orsa malfida e il vario sole. Mal securo ei fuggía gli alti, e la riva Con vigile tenendo occhio, il nemico Nembo tremava, che rapìagli il cielo. Ma poi che la virtù primo conobbe Del commisto magnete, il qual, sospinto Da un istinto d'amor, volgesi al polo, Un sottil, ben temprato ago ne trasse; Mobilmente il librò sovra a un diritto Fil d'intrepido ottone; entro una cava Ciotola il custodì tutta di puro Rame, e, co'l guardo al ben costrutto ordigno, Diede a l'agile prua certo il governo. Così per mari inesplorati, in traccia D'un pensier, che parea sogno e deliro, T'affidavi, o Colombo; e intenta e certa, Più de la punta del sottil congegno, Ch'oltre ai nembi scorgea l'artiche nevi, Lungi, lungi, oltre ai mari, oltre al confine, Dove il cielo si univa al mar crudele, Tutto un mondo vedea la tua pupilla. Esplorata così questa rotante Sfera, che intorno al Sol l'anno misura Più vasto al genio umano aere s'apría. Crescean genti e citt
Voglio al mio letto d’ospedale, in hora mortis, perchè mi chiuda in atto muto gli occhi stanchi d’aver tutto veduto, bianca in azzurra tonaca, una suora. Ella non sappia altro di me che il tristo male, segnato su tabella, in gesso, a capoletto: altro io non senta, presso a me, che il suo respiro al mio commisto.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca