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Aggiornato: 17 giugno 2025
Di questo amore imperfecto amava sancto Pietro el dolce e buono Iesú, unigenito mio Figliuolo, molto dolcemente sentendo la dolcezza della conversazione sua. Ma, venendo el tempo della tribolazione, venne meno; tornando a tanto inconveniente che, non tanto che egli sostenesse pena in sé, ma, cadendo nel primo timore della pena, el negò, dicendo che mai non l'aveva cognosciuto.
Dipo' questo ha trovato l'avenimento dello Spirito sancto, el quale dichiarò e dichiara l'anima della veritá. Quando riceve l'anima questo lume? poi che ha cognosciuto, per lo primo e secondo stato, el benefizio mio in sé. Riceve alora lume perfecto, cognoscendo la veritá di me, Padre etterno, cioè che per amore l'avevo creata per darle vita etterna.
Dolce se' senza alcuno amaro. O Trinitá etterna, nel lume tuo il quale desti a me, ricevendolo col lume della sanctissima fede, ho cognosciuto, per molte e admirabili dichiarazioni spianandomi, la via della grande perfeczione, acciò che con lume e non con tenebre io serva te, sia specchio di buona e sancta vita, e levimi dalla miserabile vita mia; ché sempre, per lo mio difecto, t'ho servito in tenebre.
In tanta unione e cognoscimento della mia bontá che, essendo nel corpo mortale, gustano il bene degl'inmortagli; stando nella carcere del corpo, ne lo' pare essere di fuore; e, perché molto hanno cognosciuto di me, molto m'amano. E chi molto ama, molto si duole; unde a cui cresce amore, cresce dolore. In su che dolore e pene rimangono?
Perché col lume della sanctissima fede avará cognosciuto nel sangue de l'umile Agnello la mia veritá, l'amore ineffabile che Io gli ho e la fragilitá sua, che non risponde, con quella perfeczione che debba, a me. Va cercando con questo lume in che luogo e in che modo possa rendermi il debito, e conculcare la propria fragilitá e uccidere la volontá sua.
Non te ho prima cognosciuto, Fessenio, perché non t'arei tanto laudato a Lidio. FESSENIO. Avevo forse bisogno di tuo favore io, ah? POLINICO. Conosco ora essere ben vero che, in laudare altrui, spesso resta l'omo ingannato; in biasmarlo, non mai. FESSENIO. Tu stesso mostri la vanitá tua poi che laudavi chi non conoscevi. So io bene che, in parlare di te, non mi sono ingannato mai.
Forse la sorte mia, perché non peni sempre, sempre non mi ritrovi in quello errore in che ora sono e perché n'esca un tratto, sí mi governa. Assai mi fia acquistato, questa sera, d'aver l'empia natura cognosciuto di voi. Prometto a Dio, per l'avenir, come foco e veleno e mortal peste, di fuggirvi sempre. Troppo era lieto de la mia fortuna che, sovr'ogni altra cosa desiata, ti m'avea dato.
Ché lasci ogni anno cento pezzi d'oro per non dar luogo agli spirti che sempre biasmano altrui; ed or, per quattro soldi, avrá dato da dire a tutta piazza, quest'ignorante. Ma che! Non importa: perché sei cognosciuto da ciascuno per l'uom che sei. CRISAULO. Ho sempre da natura avuto questo, che d'alcuna cosa non mi son dilettato quanto avere il mondo tutto e, se fosse possibile, l'inferno amico.
In ogni cosa sta solido, fermo e stabile, perché è fondato sopra la viva pietra. Ha cognosciuto e veduto, col lume della fede e con ferma speranza, che ogni cosa do con uno medesimo amore e per uno medesimo rispecto, cioè per la salute vostra, e che in ogni cosa Io proveggo.
Filocrate, cognosciuto il suo errore, esce vestito di sacco predicando ed, in penitenza del suo fallo, dilibera andare a San Iacopo di Galizia; ed è da Pilastrino e Fileno beffato e straziato. FILOCRATE vestito di sacco, PILASTRINO, FILENO. FILOCRATE. Troppo tardi, lasso! sí grande errore ho cognosciuto.
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