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Clarice si presentava gi

In un palchetto di primo ordine aveva subito scorto Loredana, alla quale era di fronte Clarice. La fanciulla stava attentissima alla scena ed alla musica del «Boccaccio», e la dama di compagnia si faceva fresco con un gran ventaglio, lenta e solenne. Berto gettò un'altra occhiata tutta in giro per abitudine.

Finalmente, aperto, con un ultimo brivido, l'uscio a pianterreno, si trovò in istrada, e vide Clarice. Le due donne si misero a camminare senza far parola, spaurite dalla propria audacia e pensierose.

E camminando, seguita a un passo da Filippo, domandò: Questo è il suo appartamento particolare, conte? , sono le mie camere, rispose Filippo, mentre, all'uscire dallo studio, premeva il bottone d'un campanello elettrico. Ho la mamma in campagna. Messe con gusto principesco, osservò Clarice, traversando un corridoio e poi una sala. Magnifiche tappezzerie!... Non si disturbi, non si disturbi!

Loredana ha dato a lei questo incarico! disse Filippo. Lei è stata a Peschiera? , signore, confermò Clarice. La signora contessa era molto buona con me. Filippo diede un'occhiata alla Teobaldi, poi, come colpito da un pensiero improvviso, soggiunse: Io devo ritirare i bauli; vuole aiutarmi a mettere un po' d'ordine, signora Teobaldi?

Eran le quattro; il sole abbruciava, la luce era acciecante, sugli alberi strillavano le cicale. Clarice, fattasi sulla soglia, gettò un'occhiata intorno, aggrottò le terribili sopracciglia, e disse: Non so se mi convenga arrischiare.... E perchè no? chiese Loredana stupita. Sa, per la voce; potrei prendere un riscaldo.... La fanciulla crollò le spalle e uscì.

Egli volle festeggiar l'avvenimento con un piccolo viaggio, e partirono i due innamorati per i laghi lombardi, lasciando Clarice a Venezia.

Bene, bene, me ne vado, concluse Clarice. Si alzò e si avviò verso l'uscio, per recarsi nella sua camera; ma l'albergatrice aveva voglia di chiacchierare, e riprese: Che ne dice? Di che? Ma di questa partenza. Ha visto com'era disfatta la signora contessa? Che ne dice, lei? Io? Io ho l'abitudine di non impacciarmi degli affari altrui, sentenziò la Teobaldi.

Povera piccina, povero tesoro bello, non pianga! riprese Clarice, volgendosi a Loredana, la quale rimaneva nell'ombra, e liberata la mano dalle mani di Berto, andava singhiozzando col fazzoletto sulla bocca. Fa un triste viaggio fino a casa.

Grazie, grazie, grazie! esclamò il conte inchinandosi. Arrivederci! Clarice scese la scala, e preceduta da Piero, ripercorse tutte le sale che aveva gi