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Il vecchio portò la mano alla fronte come un devoto che accenni al segno della croce; ma il gesto non fu compiuto, e la mano ricadde dalla fronte con disperato abbandono. Buon uomo! disse l'Ascolana, voi sembrate spossato se volete salire nella vettura, noi vi condurremo a Civitacastellana...

Poco dopo, salì nella vettura, e appena i cavalli ripresero il corso, cominciò a raccontarci la sua istoria: Era un antico carbonaro, il quale avea passati quindici anni nella fortezza di Civitacastellana, per espiare il delitto di aver appartenuto alla setta. I preti lo avevano crudelmente perseguitato fin da fanciullo, e la condanna profferita contro lui nel tenebroso Consiglio della Inquisizione, e la immeritata, lunga, angosciosa prigionia aveano maturato in quell'anima di ferro un odio profondo e un indomabile desiderio di vendetta. Uscito dalla fortezza, in seguito all'amnistia del costituzionale Pio IX, era tornato a Camerino per rivedere la famiglia una moglie, e due figlie, di cui non avea più udito parlare. Il povero carbonaro, mettendo piede nel paese nativo, seppe che la sua vedovanza datava da parecchi anni. La moglie era ita a Roma per supplicare la clemenza di Gregoriaccio a pro della famiglia infelice. E frattanto un cardinale del paese, che l'avea consigliata a quel passo, si era fatto pagare la mediazione dalle due figlie, in moneta molto abusiva. La povera madre, riportò da Roma la terribile convinzione che i preti, quanto facili ad accordare indulgenza ai morti mediante retribuzione di pochi baiocchi, altrettanto rigidi e crudeli rifiutano il perdono ai vivi, quand'anche per essi interceda un sentimento di umanit

Allorquando il vecchio carbonaro seppe da' suoi compaesani la orribile istoria, mandò un ruggito, e afferrato un coltello, corse alla Chiesa per scannare il primo prete che gli si parasse dinanzi. Un amico, un correligionario di carboneria lo trattenne. L'ora della vendetta non è ancora suonata; fra breve, non uno, ma tutti! E il vecchio prigioniero di Civitacastellana raffrenò gli impeti della vendetta, nel desiderio di una vendetta più universale e più terribile. Si chiuse nella casa deserta, e sulla pietra del vecchio focolare aguzzò la lama del coltellaccio; e all'indomani venne in campo santo, per ripulire l'acciajo sulla croce della povera moglie. Quindi incamminossi a piedi fino a Bologna, onde tener d'occhio una cattiva bestia, ch'egli voleva accarezzare d'un colpo al primo squillo della rivoluzione. Ma la bestia, quand'egli giunse, si era gi

Noi dobbiamo sei paoli al vetturino e questa sera, andando a Civitacastellana, non potremo passarcela senza cena. Quand'anche trovassimo una vettura per proseguire immediatamente il viaggio, noi giungeremo alle porte di Roma senza un baiocco. Lasciate fare a me, disse il vecchio carbonaro. A Civitacastellana io troverò degli amici, i quali ne assisteranno.

Verso le nove della sera, noi entrammo in Civitacastellana, e tosto ci dirigemmo ad un albergo di buona apparenza, che era nel mezzo della piazza grande. Cenammo frugalmente; chiedemmo all'oste se fosse possibile noleggiare una vettura per andare sino a Roma. Quella domanda provocò una risposta quale noi non ci saremmo aspettata. Il Sindaco della citt

In Civitacastellana la carboneria aveva cessato di esistere, ovvero, ciò che io credo più probabile, i fratelli, indovinando l'ultima ragione del saluto, non osavano rivelarsi. Ci convenne passar la notte all'albergo. Il giorno seguente, allo spuntare dell'alba, noi ci appigliammo all'unico partito possibile, e riprendemmo la nostra marcia pedestre per la via delle Sabine.

Il seguente proseguimmo fino a Narni, dove ci fu dato noleggiare una vettura per trasferirci quel giorno stesso a Civitacastellana. A poche miglia da Otricoli, ci venne veduto, attraverso il polverio della strada, un vecchierello appoggiato alla muraglia come persona affranta dalla stanchezza.