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Aggiornato: 19 giugno 2025
La potenza dei tre, che suol chiamarsi nella storia il «primo triumvirato», condusse la repubblica. Allontanarono Catone mandandolo a Cipro, ridotta in breve a provincia, ed esiliarono Cicerone. Ma Pompeo, che s'aiutava della virtú dell'uno e dell'eloquenza dell'altro, li fece in breve richiamare.
Quindi a un greco-levante spiegò ogni ala, volando da man destra a Cipro intorno, e surse a Pafo, e pose in terra scala; e i naviganti uscir nel lito adorno, chi per merce levar, chi per vedere la terra d'amor piena e di piacere.
«Domani saremo tutti da te, e cambieremo i nostri ducati co' tuoi pugnali.» «Amici carissimi, vi faccio osservare che nell'altra sala si beve il vin di Cipro, intanto che noi ci perdiamo in queste inutili parole.» «Bravissimo, andiamo; faremo nel frattempo una partita alla zecchinetta.» «Viva la zecchinetta!» «Viva il vin di Cipro!» «Viva il senator Barbarigo che ci è largo di tante delizie!»
Per queste considerazioni e rispetti, allorquando Selino mosse la guerra ai Veneziani, per la conquista del regno di Cipro, la repubblica deliberava di rivolgersi a Thamasp re di Persia, eccitandolo ad unirsi seco nella lega per vendicare le antiche e le recenti ingiurie.
«Senator Barbarigo,» disse Attilio per risposta a quelle parole, sforzandosi a celare lo sdegno sotto l'apparenza dell'ironia, «sarete persuaso che questa sera il vostro vin di Cipro ha fatto male a qualcheduno.» «Stolto beffardo,» proruppe allora Candiano, «in faccia a queste illustri persone non mi degno ora più di risponderti con parole. In faccia a queste persone io ti do quel solo che meriti.
II. La perdita di Cipro, scalo principale per il commercio dell'Asia, quella di Candia e della Morea, e la esclusione dei Veneziani dal mar Nero. III. Le ribellioni della Siria, e le guerre turco-persiane. IV. Gli enormi balzelli, le concussioni, le difficolt
«Se nel vostro vin di Cipro,» rispose Attilio scuotendosi d'improvviso, «aveste gettato polvere d'arsenico, penso che io avrei dovuto ringraziare mille volte la mia fortuna.» «I morti non seppero mai vendicare le offese ricevute.» «Chi mi parla qui di offesa, chi ardisce ricordarmela?
Cotesto era in quella vece il discorso che veniva in tavola ogni giorno, poichè il pensiero del matrimonio era l’unica spina del conte Anacleto. Per ventura, ogni sera, il vin di Cipro veniva pietoso ad affogare il dolore del conte.
A queste parole l'Attilio Gritti, che per costume non aveva rispetto di chicchefosse uomo del mondo, e per soprappiù era alterato dal vin di Cipro, voltosi a suoi compagni, e dando in uno scoppio di riso, «A colui, disse, che ricorda così bene i provvedimenti della Serenissima Republica, è uscito di mente che in riva al canal San Secondo, fu eretto uno spedale pei vecchi cadenti.
Infatti, sull'uscio dond'era sparita un'ora prima, riappariva Fior d'oro. Avete finito di far conti? diss'ella. E da un pezzo; rispose Giovanni Passano. Allora, eccomi qua. Vorrete accettare un rinfresco, per aguzzar l'appetito? Polidamante, i bicchieri e il vin di Cipro. Polidamante, che era comparso allora nel vano dell'uscio, corse ad eseguire i comandi.
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