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Aggiornato: 28 giugno 2025
Guardò nel corridoio se Evelina stesse a spiare, chiuse l'uscio, si sdraiò nella poltrona più comoda, e colla mano indicò a Nora di sedersi sopra un'altra piccola poltroncina accanto alla finestra. Sentiamo. Nora gli disse in due parole della domanda formale di matrimonio e come lei avesse finito per accettare. Ci sono per altro, due condizioni. Quali?
Quel giorno mastro Zanobi chiuse bottega alle undici del mattino, quantunque non fosse giorno di festa. Ma era festa per lui, a bastava. Gli sapeva mill'anni di essere a casa, di avere interrogata sua figlia e di saperne l'intiero. Monna Crezia, che tale era il nome della moglie dell'orafo, fece le meraviglie, vedendo ritornare in casa a quell'ora insolita il marito.
Non so se vi saranno piaciuti egualmente certi funghi rossi sulla gratella, che alle signore parvero una squisitissima cosa; certo ne avete avuto un assaggio, perchè di tutte le pietanze che vennero in tavola una bella mano vi passava sempre mezza la parte sua. Un servito di caciuole delicatissime, con aggiunta di frutte, chiuse il nostro pasto mattutino.
Si rammentò, in quel punto, della lettera; pensò che, inviandola per posta, non sarebbe arrivata se non la dimane, ed Emilia avrebbe sofferto un'altra notte di dubbii, più spaventosi di qualunque spaventosa certezza. Chiuse la busta, e quando fu alla stazione guardò il cocchiere, il quale la conosceva e aveva frequentemente servito le due sorelle. Poteva fidarsene.
Poi la strada s'inerpica e lascia giù vedere, oltre l'insieme grandioso, i dettagli pittorici di certi ponticelli di legno, certe chiuse fresche, e siepi e casette e cascate e rompimenti, e certe nicchie erbose da destare la vocazione d'eremita.
Ma basta per oggi. Ciao carissima; ciao egoistona, che per amore del tuo cattivo orgoglio, hai avuto il coraggio di abbandonare la povera Finito di scrivere, Lucia, piegò il foglio in due, lo chiuse nella busta e fece l'indirizzo, quando il fischio acuto e prolungato della fabbrica, richiamò gli operai al lavoro. «Gi
Due gendarmi, infatti, presentarono a Concettella un grosso plico cui ella portò a Don Diego. Mentre Concettella si allontanava, uno dei gendarmi chiuse la porta e se ne cacciò in tasca la chiave. Poi entrambi entrarono nel salone. Don Diego leggeva la lettera ministeriale. Concettella usciva. I due gendarmi la respinsero nell'appartamento. Ella tremò.
Come?... Vuoi che le vetture che conducono i viaggiatori arrivino dopo di loro?... Chiudi il cancello... chiama la Menica... accendi il fuoco... corri... imbecille!... Sì, signore!... Il signor Nicola chiuse la finestra e mi disse: Caro signor Daniele, non dovete giudicare il paese dal campione che vedeste.
Novellino a siffatte cose, egli non chiuse occhio la notte, tale e quale come la prima notte in cui si era aperto con Lalla, perchè le innamorate e i creditori producono spesse volte i medesimi effetti. Dopo qualche tempo si abituò un poco anche ai debiti, ma, povero figliuolo, si era abituato a star male. Che doveva fare?
Dalle gelosie chiuse entrava un filo di luce.... Non era nella sua camera.... Dov'era?... Allora si ricordò. Era nella camera di sua moglie. La camera di sua moglie era in faccia al piazzale.
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