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Aggiornato: 13 maggio 2025


E tieni sempre chiuso a chiave. Non bisogna indurre la gente in tentazione. Gli artisti sono deboli. Accenna fuori dalla finestra. Non pensar male. Ti sei persuaso, di', che il pap

Ma, o signori, o cosa direste se io, legge, vi mettessi sotto chiave per dei mesi e poi vi perdonassi? C'è stato un processo, lo so. Non siamo mica stati mandati alla reclusione così alla cieca. Ci si è detto che avevamo commesso un delitto. Ma anche noi, o signori, abbiamo detto e ridiciamo che ci si è mandati in galera innocenti.

Chi l'ha messo in tanto bene? Il sangue de l'Agnello, nella virtú del quale sangue la chiave de l'obbedienzia perde la ruggine, acciò che con essa potesse di serrare la porta. che l'obbedienzia, in virtú del sangue, te l'ha diserrata.

A rivederci!... Ordinariamente alla sera non rientro che a dieci ore; ho meco la chiave della porta, e se tu credi di coricarti prima ch'io torni, fa pure il comodo tuo.

Ma Io ti dico, carissima figliuola, tucto questo ha facto la bontá e providenzia mia, che providdi che 'l Verbo racconciasse la chiave, come decto è, di questa obbedienzia; ma gli uomini del mondo, privati d'ogni virtú, fanno tucto il contrario.

Lorenzo, poi ch'ebbe cavato fuori il cofanetto e messolo in mostra sulla scrivania, andò a cercare in un altro ripostiglio la chiave. Il cuore gli tremò, quando egli ne pose l'ingegno nella toppa; la vista gli si offuscò, quando, levati due giri di serratura, una molla interna fece scattare il coperchio. Egli aveva dinanzi il segreto dei natali di Maria; due vite, a lui sconosciute, spente gi

GERASTO. Su, mano a' fatti, ché la buona volontá senza l'opere non val nulla. Entriamo in casa in quella camera oscura. ESSANDRO. Non posso adesso. GERASTO. Quando le donne non vogliono, dicono non possono. ESSANDRO. Or sapete che la padrona sta gelosa di noi e ci tien sempre gli occhi sopra? GERASTO. Tu dici bene; ma andiamo in questa camera vicina, ch'io ne ho la chiave.

E lei non vuol morire di veleno di pugnale... E vorrebbe gridare, chiamare aiuto; e urta agli usci chiusi a chiave, e picchia alle imposte delle finestre inchiodate... e perde la parola e muor di terrore davanti all'inesorabile marito, che l'ha condotta in una villa lontana!... Dove ho letto questo? O dove l'ho veduto rappresentare?... È strano! È strano!

Quand'egli s'avvide che ella era scomparsa, s'alzò, corse difilato all'uscio per inseguirla, sollevò rapidamente la portiera, si trovò d'avanti ai battenti chiusi a chiave. Ah, cattiva!... apri... apri... implorò, tentando di smuover l'uscio con delle scosse, battendo con le dita nel legno.

Gli occhioni di Maria ebbero un luccicore ardente. Strappare quella catenella dal collo del morto, impadronirsi della chiave, balzare in piedi, fu l'opera di un secondo. Maria non rivolse un solo sguardo ai lineamenti contraffatti del cadavere; un sentimento superiore la dominava in quell'istante, precipitava le sue risoluzioni.

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