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Aggiornato: 26 giugno 2025
La Cheron rientrò più ruvida del solito; ed Emilia non fu contenta se non quando le fu permesso di ritirarsi nella sua cameretta. Il giorno dopo essa fu chiamata dalla zia, la quale ardeva di collera, e che, appena la vide, le presentò una lettera. «Conoscete voi questo carattere?» le disse con voce severa, e guardandola fiso, mentre Emilia esaminava la lettera con attenzione.
Allorchè la zia ebbe finito, egli le rispose: «Per quanto lusinghiera possa essere per me la vostra approvazione, per quanto mi trovi onorato dalla vostra stima, nulladimeno temo tanto, che oso appena sperare. Spiegatevi,» disse la Cheron. L'inattesa risposta turbò talmente il giovine, che se fosse stato spettatore di quella scena, non avrebbe potuto far a meno di ridere.
Passarono alcuni giorni dall'arrivo dell'inviato della signora Cheron all'epoca in cui Emilia fu in grado di partire.
«E chi è quel giovine avventuriere?» disse la Cheron; «quali sono le sue pretese? Ve le spiegher
Lo farò per certo, ma questa informazione è imperfettissima e poco soddisfacente. Il caso mi ha fatto incontrare un Italiano che discorreva con qualcuno di questo Montoni, parlavano essi del suo matrimonio, e l'Italiano diceva che s'era quello che s'immaginava, la signora Cheron non sarebbe troppo felice. Continuò esso a parlarne con pochissima considerazione, ma in termini generali e disse certe cose sul di lui carattere, che eccitarono la mia curiosit
La condotta della signora Cheron era stata diretta dalla sua vanit
Cavignì, che fino a quel punto era stato freddo spettatore di quella scena, fu in procinto di rompere in una risata, e lasciò il posto bruscamente. «Vedo bene che voi ignorate,» disse alla Cheron la dama seduta accanto a lei, «che il giovine di cui parlaste alla signora Clairval è suo nipote!....
Frattanto le nostre viaggiatrici avanzavano: Emilia si sforzava di mostrarsi contenta, e ricadeva nel silenzio e nell'abbattimento. La Cheron attribuiva la sua malinconia al dispiacere di allontanarsi dall'amante; persuasa che il dolore della nipote per la morte del padre non fosse che un'affettazione di sensibilit
La mattina seguente, essendo Emilia a colazione colla zia, le fu presentata una lettera, di cui, al solo indirizzo, riconobbe il carattere; la ricevè con mano tremante, e la zia domandò tosto donde venisse. Emilia la disigillò con suo permesso, e vedendo la firma di Valancourt, gliela consegnò senza leggerla. La Cheron la prese con impazienza, e mentre la leggeva, Emilia procurava d'indovinarne il contenuto nei di lei sguardi; gliela restituì quasi subito, e siccome gli sguardi della nipote domandavano se potesse leggere: «Sì, leggete, leggete, figliuola,» le disse con minor severit
Ciò è impossibile,» sclamò la Cheron, facendosi di fuoco; «egli ha sì poco l'aria d'un uomo di qualit
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