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Aggiornato: 26 giugno 2025


Emilia si permise questo rimprovero per rispondere in qualche modo al tuono poco rispettoso col quale la Cheron parlava di suo padre.

La signora Cheron ebbe un lungo colloquio con Valancourt, e quando rientrò in casa, il suo contegno esprimeva più cattivo umore che quell'eccessiva severit

La Cheron pronunziò questa sentenza col tuono trionfante di una persona, la quale, credendo aver fatta una grande scoperta, se ne applaudisce, e pensa non si possa contraddirla. Emilia, desiderando finire quel colloquio, pregò la zia di accettare qualche rinfresco.

Le osservazioni su tal proposito facevano il tema di una conversazione indifferente, e qualcuno si compiaceva d'indirizzarle alla signora Cheron, sempre intenta ad avvilire Valancourt. «Ammiro quella bella signoradiss'ella, «ma condanno la sua scelta.

«Buon giorno, nipote miadisse la Cheron gettando uno sguardo di sorpresa e curiosit

Emilia non ardiva fidarsi ai dolci motti che l'animavano; la sorpresa sarebbe stata meno grande, se avesse inteso la sera innanzi ciò che la zia non avea scordato, cioè che Valancourt era nipote della signora Clairval. Ella non conobbe i segreti motivi della zia; ma il risultato fu una visita, la sera stessa, di Valancourt, che la Cheron ricevè sola nel suo gabinetto.

«Io, come marito della defunta signora Cheronsoggiunse egli, «divento l'erede di tutto ciò che ella possedeva; i beni, che non ha voluto donarmi mentre viveva, non devono ora passare in altre mani. Vorrei, pel vostro interesse, disingannarvi dell'idea ridicola ch'essa vi diede alla mia presenza, che i suoi beni cioè sarebbero vostri, se moriva senza cedermeli.

«Ecco qua il cavaliere Valancourt, signorale disse sottovoce; «di grazia ritiriamociLa zia si alzò, ma il giovane le aveva raggiunte; egli salutò la signora Cheron con rispetto, e sua nipote con dolore.

Ah! signoradisse Emilia struggendosi in lacrime, «come posso io aver meritato questo trattamentoLa Cheron in quell'istante avrebbe potuto ottenere da lei la promessa di rinunziare per sempre a Valancourt. Colta dal terrore, non voleva più acconsentire a rivederlo; temeva d'ingannarsi, e temeva finalmente di non essere stata abbastanza riservata nella conferenza avuta alla valle.

Il signor Cavignì, suo amico, non mostrava più di trent'anni. Era ad esso inferiore di nascita, ma non in penetrazione, e lo superava nel talento d'insinuarsi. Emilia fu piccata del modo con cui la Cheron parlò a suo padre. «Fratello miogli diss'ella, «mi spiace di vedervi di così cattiva ciera; dovreste consultare qualche medicoSant'Aubert le rispose, con malinconico sorriso, che presso a poco stava come al solito; ed i timori di Emilia le fecero trovare il padre cambiato assai più che realmente nol fosse. Se Emilia fosse stata meno oppressa, si sarebbe divertita, la diversit

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