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Lalla aveva preso un fiore dalla cesta di mezzo al tavolo e in punta di piedi si sforzava per aggiustarlo nell'occhiello dell'abito di Giorgio, arrabbiandosi con attucci piacevoli, perchè non ci riusciva. Giorgio, innamorato più che mai, aveva circondato con un braccio il bel vitino della fanciulla e parlandole fra i capelli, le domandò la grazia di un bacio.

Ma Guido ormai penetrò nella prigione di Beatrice. Se un Dio o un demonio lo abbia spinto, egli non attese, sa. Vedere volle Beatrice, e la vede adesso: ogni altro ignora; e adesso sente eziandio che stringerebbe volentieri la mano della fanciulla, dove le fosse stesa, quando anco in quel punto cadendo una scure le recidesse, così intrecciate, ambedue. Sente che vorrebbe la sua testa posata accanto alla testa di lei, le sue labbra incollate alle sue labbra, fosse pure giù dentro la cesta che raccoglie i capi mozzi dal carnefice. Ed ella quando, gittato il cappuccio sopra le spalle, avr

A mezzogiorno un tedesco usciva con un canestro coperto sotto il braccio dalla porta laterale di una birraria di Houston Street. Essendo proibito di comperare alla domenica qualunque cosa, anche il pane, un policeman lo fermò e gli chiese: Che cosa avete in quella cesta? Il tedesco, che aveva un boccale di birra, rispose prontamente: Un gatto arrabbiato che vado ad annegare nel fiume.

E ogni sera per i corridoi, tra i duplici filari di scarpe, egli la accompagnava fino alla sua porta e le diceva: Buona notte, Miss Brown. Dalla Spezia un piccolo vapore mercantile che costeggiava andando verso il Nord, li prese a bordo. Scivolavano sull'acque azzurre verso Genova, quando Nancy, che era seduta su una cesta d'aranci, sentì il tocco della mano del Selvaggio sulla sua spalla.

Ponendo appiè del padiglione su d'una seggiola a bracciuoli, le vesti del padrone in una cesta coperta di broccato, gli diè braccio a scendere del letto, lo ajutò a sedere, a vestirsi di sotto, a calzar le trapunte pianelle; poi, indossata che gli ebbe una morbida veste da camera, corse ad aprire la porta; e l'Illustrissimo trascinossi nel gabinetto vicino.

La signorina Kitty conosce anche il segreto della cesta? Ma , figuriamoci se non ne ha la sua parte! Non ho ancora digerito il caffè, e gi

Ha ordini a darmi? Ma, se non sbaglio, c'era ancora il tub da fare entrare nella mia cesta. Vado subito. Se vuole avere la compiacenza! GASPARE, entra in camera di Tommy. Questi lo segue. NENNELE a Tommy che segue Gaspare. Tommy. Te la sei cavata coll'aria canzonatoria, ma del tu non glie lo hai dato. Temevo che me lo rendesse. Via.

La vedova s'accostò, guardando nella cesta. Me ne comprate, bella figlia! le fece la venditrice guardate, ve ne do' tre di quelle grosse per due soldi, guardate. Dite fece la vedova le posso portare su a mio figlio? Lo permettono, sapete niente? Come no? Vi pare? Son mele, non sono cannoni. Pigliatele. Dove le volete mettere? Qui disse la bambina, aprendo il grembiale mettetele qui, le porto io.

Ella levò il viso verso di lui, e sorrise. Egli sedette su un'altra cesta d'aranci, accanto a lei; ma il paniere scricchiolò e gemette sotto il formidabile peso. Allora egli andò a prendere una pesante cassa di legno e la trascinò accanto a lei. E adesso?... disse. Nancy aveva imparato a conoscerlo bene.

Tanto più che aveva una causa pendente con quella carogna del farmacista, e sperava di vincerla con le pere. Ah, birboni! l'intendevan così? E ne parlò a mastr'Andrea, un perticone, capo degli sbirri, con una vera faccia d'orco. Lasci fare a me, rispose questi. Però, se scopro il ladro.... un paniere eh, restiamo intesi. Una cesta, mastr'Andrea, una cesta. E don Biagio dormì tra due guanciali.