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Aggiornato: 24 giugno 2025


LÚCIA. Io sono, in queste cose, nata troppo infelice e disgraziata. E però mi risolvo sempre mai, quanto potrò, fuggirle perché insieme fuggirò quei travagli e quelle pene che fanno altrui morire innanzi al tempo. Io l'ho provato e cognosco oramai quel ch'è 'l cervel d'uno uomo. ARTEMONA. Tu mi strazi.

Questa giovine bella, e raro esempio nel secolo d'allora pestilente, piú satirette addosso di qualch'empio aveva e biasmi, se Turpin non mente. Diceasi ch'ella avea un cervel scempio, la macchina insensata interamente; che, non sentendo stimol di natura, nulla valea la sua santa bravura.

Duci, guerrier, francesi, uomini voi? Voi del suolo natio gloria e speranza? Capi senza cervel, scimmie d'eroi, Spugne gravi d'invidia e d'arroganza, Vernici di valor gonfie di vento, Molluschi in campo e tigri in parlamento!

"O Musa mia, dammi un ultimo canto, "L'estremo bacio sia, l'estremo incanto "Dell'amor tuo!... D'un'estasi "Fammi ancora bëato!... E poi... ch'io muoja! "Più della morte ho in orrore la noja.... "E il dolore di perderti! "Ahi!... Vane preci!... Nel pensier la vita "Mi langue!... Come spugna inaridita "Mi sta il cervel nel cranio! "Ahimè!... La luce mi nega i colori!

e come 'l pan per fame si manduca, cosi` 'l sovran li denti a l'altro pose la` 've 'l cervel s'aggiugne con la nuca: non altrimenti Tideo si rose le tempie a Menalippo per disdegno, che quei faceva il teschio e l'altre cose. <<O tu che mostri per si` bestial segno odio sovra colui che tu ti mangi, dimmi 'l perche'>>, diss'io, <<per tal convegno,

31 Montar la fece s'un ronzino, e in mano la ricca briglia di Frontin le messe: e se pazzo alcuno o villano trovasse, che levar le lo volesse; per fargli a una parola il cervel sano, di chi fosse il destrier sol gli dicesse; che non sapea ardito cavalliero, che non tremasse al nome di Ruggiero.

Ciò cagionava gran confusione ne' provinciali, povere persone. Turpin delle cittá de' provinciali mille altri pregiudizi ed i sistemi ha scritto diligente negli annali di conti e cavalier di cervel scemi, ed etiche peggior de' serviziali, ridicole rubriche, insulsi temi, a tal ch'anche Marfisa io vo' trar fuori, ch'ella mi fa pietá tra que' signori.

PILASTRINO. Queste ghiottoncelle m'han cavato 'l cervel de la memoria in modo ch'io non posso piú, senz'esse, vivere un'ora. TIMARO. E che! Sei innamorato? Di' il vero. PILASTRINO. Se sapessi come m'hanno concio! Non posso piú mangiare o bere, quand'io dormo; o dormir chiuder occhi, mentre ch'io beo, se prima non è vòto il fiasco.

Torna il dottor, che par di cervel scemo, con un passo ed un viso sonnolente, ritocca il polso, vuol l'orina, e guata, poi dice: Questa febbre è declinata. Faccia bibite spesse ed abbondanti, non mangi nulla, sorba qualche brodo. Stiamo a veder diman se il mal va avanti; se cresce, penserem la forma e il modo. I rimedi dell'arte sono tanti: gli userem tutti, se il mal terrá sodo.

Un laico un suo ronzin con la bardella rassetta, in fin che gli altri fan l'amore. Filinor sprona, e a lanci via n'andava; il laico d'un trotton lo seguitava. Lasciamgli andar, ché poi li troveremo. Io so che nel pensier Marfisa avrete, e come giunta ell'era al caso estremo nel monastero vi ricorderete. Parve per qualche d'un cervel scemo.

Parola Del Giorno

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