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Aggiornato: 24 giugno 2025
Eh, non lo si sa? ragione di più per cincischiarlo. È la lingua alla moda; che importa non saperla? ci si prova ugualmente e si fa quanto basta per disimparare la propria. E non è solo la lingua che si perde; è il costume che si corrompe; è la fibra romana che s'infiacchisce. O padre Quirino! Ancora non sono i cent'anni da che Pirro minacciava di abbattere la giovine potenza romana; son forse venti, che, dopo la strage di Canne, Maertale consigliava d'incalzare alle porte di Roma; Cartagine è in piedi; Annibale è vivo ancora e fremente vendetta; e gi
Il culto di Venere si sparse da Cipro nella Fenicia, a Cartagine e su tutta la costa africana. La Bibbia dice che i tempii di Cartagine come quelli di Sidona e di Ascalona erano circondati da tende, sotto le quali le Cartaginesi si consacravano a Venere fenicia.
L'altr'è colei che s'uccise amorosa E ruppe fede al cener di Sicheo, L'altr'è Cleopatras lussuriosa. ¶ Questa che amorosa sè uccise fu Didone moglie de' re Sicheo di Cartagine, la quale, dietro alla morte di lui sopra il suo cenere di non accompagnarsi con altro uomo, secondo l'usanza, promise.
MORFEO. Allegrati, beato te, che tu sei il priore, il monarca di tristi! PANURGO. Per le tue grandezze meritaresti una collana. MORFEO. E tu per le tue virtú una berlina. PANURGO. Ho voluto dir che meriti esser un re. MORFEO. E tu un principe di Cartagine. PANURGO. Con un scettro in mano ben grosso e lungo per governatore e capo di quell'isoletta di legno che sta in mare.
Cartagine, fondata parecchi secoli prima di Roma, giá colonia de' fenici o poeni di Sidone, giá regno, poi repubblica indipendente, aveva estese le proprie colonie e il dominio in tutta l'Africa occidentale, in Iberia, in Sicilia.
V'è chi sostiene che il sogno è causato da qualche grande sensazione del giorno innanzi, oppure dallo stato fisico dell'individuo; ma egli non aveva mai pensato alle benemerenze della Chiesa, nelle quali non credeva, ed era da anni, che non pensava nè a Cartagine nè a Nerone o a Napoleone, a Filippo II, alla storia d'Italia, e fisicamente si sentiva così bene; digeriva bene; mangiava bene; beveva bene; non sentiva nessun malessere.
Alda di San Ginesio si curava poco del volgo profano che le stava dintorno e lo lasciava scorgere senza un ritegno al mondo. Tale per fermo dovette parere la regina di Cartagine a Jarba, quando costui, alla dimanda, del suo confidente: «Qual ti sembra, o signore?» rispose ammirato il suo metastasiano: «Superba e bella». Difatti, ella era superba.
Lo condussero prigioniero a Cartagine. La terribile marcia attraverso il deserto, a piedi, legato alla sella di un centurione germanico, uomo senza cuore, brutale, che spronava il proprio cavallo, per costringere il prigioniero ad una corsa veloce, sulla sabbia infuocata, su pietre che bruciavano, attraverso a valli anguste, su rapidi pendii.
Volle balzare in piedi, ma era incatenato anche a questi. Gridò, urlò, si dimenò, ma essi risposero alle sue grida, alle sue proteste, ai suoi urli, con alte risate di scherno, con parole beffarde. Egli non li comprendeva. Il loro gergo era così diverso dal latino, che parlavano a Cartagine e del quale egli aveva appreso alcune parole dal suo precettore.
Dal terrazzino del suo grande palazzo di Baia egli domina l'infinita distesa del mare, così bello, così tranquillo, e sogna di solcarlo un'altra volta, per andare a deliziare col suo canto altri mondi: l'Egitto, la costa africana, Cartagine; per conquistare quelle terre colla pastosit
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