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Aggiornato: 18 giugno 2025


E si noti che qualcosa leggeva; i suoi occhi, quasi per isgravio di coscienza, qualche emistichio lo beccavano al volo; ma la mente era giù, a carezzare i capegli della bella signora, a scherzare coi capi svolazzanti di tulle, della sua cuffia leggiadra; ed essi, i poveri occhi, non poteano rimanersi che non guardassero a destra, non dissimilmente da scolaretti in castigo che stanno a rimasticare la lezione, vigilati dal pedagogo, e danno sguardi furtivi e frequenti ai più felici compagni che scorrazzano allegri nel sottoposto piazzale.

Don Luigi, affascinato, si dimenticava; si avvezzava senza volerlo, senza accorgersene, a carezzare col pensiero, sulla fronte bianca, sulle treccie bionde, sulle labbra rosee della bella narratrice, le malie, gl'incanti ch'ella gli suscitava colle sue parole dinanzi alla mente. Se qualche volta, sopraffatto dalle immagini lusinghiere, chiudeva gli occhi, riaprendoli trovava dinanzi a il sorriso sereno, soave di Rosilde. E, infine, sorrideva egli stesso, e, in quel momento di debolezza, egli era vinto; il suo cuore, colto alla sprovveduta, cedeva al fascino di quella bont

Rivedevo, in quella bionda e pallida figura, mia madre, mia madre adorata, morta quando io nulla ancora potevo intendere della vita e delle sue tragedie, dei suoi profondi dolori, delle orribili amarezze che vi invecchiano di colpo e vi abbandonano, disfatti, al tedio o alla disperazione. , rivedevo mia madre, in costei. Era il suo profilo puro e dolce, erano i suoi capelli d'oro che io amavo di carezzare, erano i suoi grandi occhi chiari, d'un azzurro grigiastro, pieni di lume e di dolore. E la voce! La voce ch'era rimasta nel mio orecchio da quel tempo della mia infanzia, in cui la udivo suonare melodiosa e pur breve nella triste solitudine della mia casa. , : a che varrebbe nasconderlo? Tutto, ora, tutto ricordavo. Ricordavo che un giorno mio padre, silenzioso, mi prese per mano e mi condusse nella camera ove mia madre moriva. Da tanto tempo non m'avevano lasciato vedere mia madre! Come era bianca nel suo letto, come le sue mani sottili tremavano sulla mia testa! Che mi disse? Balbettava parole che io non potetti comprendere. Oh, Dio, Dio! E pure erano le ultime sue! E poi mio padre, che a un punto disse: Basta! con la sua voce cupa, quasi irritata. Mi parve un sogno. E poi tutto finì. Mi trovai solo con mio padre, in un'altra casa, in campagna, molto lontano dalla citt

Blitz le poneva le sue zampone sulla spalla, faceva cento baci colla lingua e si lasciava prendere e carezzare il muso. Un sentimento di infinita tenerezza la spingeva a baciare la bella testa di quell'animale così buono e intelligente...

Si lasciò cadere in una poltrona, e nascondendo il volto tra le mani, scoppiò in singhiozzi che le fecero sobbalzare violentemente il seno. A piccoli passi, piano, adagio, Berto si avvicinò, si curvò sulla spalliera, osò stendere una mano quasi per carezzare la testolina dolorosa: Loredana, susurrò, io le domando perdono; io non credeva di.... Ma dovette troncare.

Sei tornata? ripigliava il birro con aria paterna, tentando di carezzare il mento alla giovane. Giù le mani, signor Lucertolo! essa rispondeva, percotendo con un pugno, che non era leggero, il braccio destro dell'agente. E perchè sei tornata, di grazia? domandava il birro con garbo insinuante.

Ancora un poco. Egli abbassava il capo, soffocando le parole che gli sgorgavano dalle labbra, interdicendosi persino di carezzare più le fredde dita della fanciulla, non volendo udire il profumo di gelsomino, che veniva da lei, di quell'unico gelsomino che ella aveva raccolto sul balcone e messo in petto, non volendo cedere alla voce di tenerezza infinita che emanava da lei e da tutte le umane cose, intorno. , Massimo vedeva bene che ella sognava, oramai, il suo grande sogno, l'unico e ultimo sogno, sotto la gelida e allettatrice luce della luna, simile a Elena, la bionda: sentiva che vincendo la ragione dell'et

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