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Aggiornato: 11 luglio 2025
Il cavaliere rimase confuso; indi: Quali prove? Tutto si attendeva, fuorchè quel colpo. La principessa andò tranquillamente a prendere la lettera di donna Livia a Federico, quella, in cui gli annunciava l'assenso del marchese del Faro alle loro nozze, e mostrandola al conte: Conoscete voi i caratteri della duchessa? gli domandò. Sì; ho veduto qualche suo scritto, balbettò egli. Tenete allora.
Poi, guardandola in modo terribile: Sì, le disse a voce bassa e concitata, sì, vi venne perchè voi gli faceste credere che la duchessa lo attendeva. Non è vero! Non è vero, ipocrita!... Smentite, se il potete, i vostri caratteri.... E tratto il biglietto, col quale s'invitava Federico da donna Livia, lo lanciò quasi in volto alla principessa, che lo riconobbe ed impallidì.
Questo è uno dei caratteri salienti del tempo nostro: la credenza e la previsione che le fatalit
Non lo distrussi ancora; i caratteri non sono suoi. Il duca lo prese e lo scorse. Appena lo ebbi ricevuto, continuò donna Livia, ordinai che nessuno fosse introdotto da me.
Sinistra. Principali divisioni di essa. Suoi caratteri generali. Suoi intendimenti Capi presuntivi. Ferrari, Guerrazzi, Mazziniani, Saffi. Gli oltramontani. Ondes-Regio, Amari, Ugdolena. I dottrinari. Allievi. Il gruppo della Perseveranza. Visconti-Venosta, Massarani, Guerrieri-Gonzaga, Finzi. Gl'indipendenti.
Quella lettura le apre un mondo nuovo. Come! Invece di avventure straordinarie, meravigliose, impossibili, il romanzo e la novella potevano dunque descrivere luoghi e costumi che si vedevano tutti i giorni, e caratteri che si potevano facilmente studiare osservando le persone attorno?
Ma le stampe di libri con caratteri metallici e mobili non si fecero se non nel 1455 a Magonza, per invenzione di Guttemberg, aiutato in danari da Fust, e nell'opifizio da Schoeffer, tre tedeschi. E i tedeschi la portarono in Italia dieci soli anni appresso; Sweinheim e Pannartz in Subiaco nel 1465, e in Roma nel 1467; Giovanni da Spira in Venezia nel 1469; ed altri altrove.
Mentre i due antagonisti si sfidavano collo sguardo, il commissario di polizia entrò nella stanza, e inchinandosi rispettosamente, presentò al conte una lettera. Lo scritto era umido ancora... i caratteri eran quelli della contessa di Karolystria. Livido dallo stupore, il conte leggeva battendo i denti. «Uomo brutale,
Faceva le sue spesucce, guardava le stampe, le fotografie, i libri illustrati, e un giorno appunto gli capitò sottocchio un libro, un libro nuovo, che lo colpì stranamente e che non osò nemmeno toccare per timore di essere veduto dal libraio. Il libro era intitolato: Le notti di Giuliana, e sotto, fra parentesi, era stampato in caratteri grossi libro segreto.
L'autore della Marfisa, figurato nel paladino Dodone, si spassava continuamente a far l'osservatore e l'anatomista sui caratteri, sul pensare e sul raziocinare dell'umanitá, come si può rilevare dal suo poema e da tutti gli scritti suoi.
Parola Del Giorno
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