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Aggiornato: 11 luglio 2025
Nel tramezzo, in ogni sala, s'aprivano due usciòli: sopra ognuno dei quali una lamina d'ottone indicava qual genere d'impiegati s'avesse a trovare in quello scompartimento. Sull'ultimo di questi usciòli nell'ultima stanza, siffatta lamina più grande, con caratteri più visibili, portava la magica parola: CASSA.
I due caratteri principali di Ulisse, il giovanotto ingenuamente innamorato, e di Ada, la provocante civettuola senza cuore, sono tratteggiati con un certo sviluppo psicologico. L'ambiente borghese delle due famiglie, che appigionano le stanze ammobigliate, parmi reso con naturalezza.» «...Un libro pensato, d'indole tutt'affatto patologica, fondato su uno studio appassionatamente fedele del vero.
Per siffatti caratteri, che formavano un distacco tra palermitani e palermitani, nel secolo XV gli abitanti di un quartiere erano in relazioni niente cordiali, anzi assolutamente odiose, con gli abitanti di un altro; ed il Senato nel 1448 otteneva da Alfonso de’ capitoli contro gl’ingrati disordini giornalieri²³.
L'Italia moderna deve avere quindi alcuni uomini grandi diversi da quelli che formarono l'Italia antica, perchè nella storia non vi sono duplicati e ogni grande vi è fatalmente originale. Quali erano dunque le figure veramente nuove dell'ultima Italia? Da quali caratteri derivava la loro originalit
Il conte un po' tremante prese la lettera, che gli stendeva la giovane principessa. Riconobbe tosto i caratteri di donna Livia.... Eppure si chiese se i suoi occhi non l'ingannassero. Rimase atterrato. Lesse con un solo sguardo prima; indi volle accertarsi ancora.... Non potè profferir parola. Ah! disse donna Maria; vi ho io ingannato? Il cavaliere richiamò la sua ragione, la sua calma.
Lo compresi quest'oggi..... ah, vi sentivate male?... vi si oscurava la vista, eh?... Avevate riconosciuto i suoi caratteri.... Lo amate!... Lo amai.... Egli la guardò sorpreso: Che volete dire? Che ora voglio dimenticarlo.
Dei liberi, pochi furono i feriti, il che succede sempre ai valorosi; dei mercenari però molti furono i feriti da loro stessi, e si contarono alcuni morti. Tra i cadaveri che all'albeggiare si distinsero nelle vicinanze delle Tenne, v'era un giovane col mento appena coperto di lanugine, era supino e sul suo petto a grandi caratteri si leggeva la parola traditore.
Quando si fece tardi, e stavamo per congedarci, io e tutti gli altri che eravamo a far la corte a Fulvia, ridistesi accuratamente quel cencetto di carta, e sotto il nome della giovane scrissi in caratteri microscopici Massimo Guiscardi. Poi le misi dinanzi quel documento e le dissi con un'aria da oracolo: «Guardi.» Ebbene, non vedo nulla! mi rispose.
Forse perchè portato per natura a sprezzare i caratteri deboli ed a desiderare soltanto il difficile? E l'indole ferma di donna Livia, la freddezza istessa contribuivano mai a mantener viva la sua passione per lei? I cuori orgogliosi hanno degli strani capricci; alle volte sprezzano ciò che facilmente potrebbero avere.
I Normanni dal trattare la piccozza in fuori, non sembra che sapessero fare guari altro; molto meno poi calcolare: onde per potere strigare le faccende presto, e bene, immaginarono una cassa divisa a scompartimenti, appunto uguale alla cassa che adoperano gli stampatori per riporvi i caratteri; e quivi dentro misuravano il danaro, come il grano, con lo staio.
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