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Aggiornato: 30 aprile 2025


E rimaneva irresoluto dinanzi all'uscio, quando l'uscio, a un tratto, si spalancò: era la cameriera, una bella ragazza, che aveva aperto ad un garzone di caffettiere, il quale passò via portando sulle spalle un gran cesto vuoto. Cerca della signora Schönfeld? domandò la bella ragazza a Pietro Laner. Vorrei sapere.... avrei da dire una parola, per parte di suo zio, alla signorina Nora.

E ripassò il panno sui vetri perchè vedessi meglio. Arriva al caffè sulle nove ore, si mette a sedere fuori, e vi resta fino a mezzodì. Poi torna dopo pranzo e si rimette allo stesso tavolino e non se ne leva che alle quindici. E tu come fai a saper tutto questo? Me l'ha detto il caffettiere. Il signor Stazza gli d

S'era fatto portare il calamaio e rivedeva le bozze del suo studio sull'Hecatelegium di Pacifico Massimi, comunicando alla ruvida carta da stampe l'acre e molesto profumo del patchculi ch'egli usava portare addosso. Appiè del banco del principale erano due o tre cacciatori di Casalferrato e sentenziavano di cani e di fucili col caffettiere, Nemrod impenitente anche lui.

Demetrio era un caffettiere greco, nella cui bottega gli autori del Caffé hanno finto che avvenissero le loro conversazioni. Di questo signor Cristoforo si veggono piú menzioni nel giornale del Caffé. Sovranamente comica è la di lui disputa in favore degli antichi contro quello fra gli estensori che si firmava «A.».

Il cappello di paglia gli era scivolato di su le ginocchia a terra. Un lustrascarpe, che aveva posta la sua cassetta all'ombra, a pochi passi, glie lo raccoglieva e lo posava sul tavolino, accanto al vassoio. L'ora meridiana avanzava: il sole batteva su' muri. Uscì, a un tratto, dalla bottega il garzone del caffettiere e si mise a girar la manovella per fare abbassare la tenda, che scese, lenta.

La moglie del caffettiere, una piccola donnetta, era uscita anche lei sulla strada. Mi pose una mano sul braccio. Mormorò: Ma è vero che l'hanno mandato via? La guardavo, senza risponderle. Udivo dietro di me le voci, tranquille, dei miei compagni. Diceva Pandolfelli a un altro: È morto in orario, hai visto? La voce di quello che segnava le crocette fece notare lenta: Un posto vuoto.

Inoltre, rovinato o no, egli aveva sempre un gran nome e aveva ancora qualche zecchino in tasca, onde Menico il caffettiere fu pronto a riconoscere che bisognava trattar con tutti i riguardi un avventore il quale non poteva che dar credito alla bottega.

E adesso, se quei ragazzi tornavano a vedersi, come impedire che si riavvicinassero, come impedire che la tresca ricominciasse?... Ah s'egli avesse potuto spedir la Rosetta all'altro capo del mondo?... Se avesse potuto sposarla fuori di paese?... Ma prima dello scandalo non c'era che da scegliere fra dieci a dodici partiti oltre a Beppe Gualdi: invece dopo quella sera fatale nessuno voleva più saperne.... Uno solo, forse, non aveva mutato idea, Menico il caffettiere.... Quel monello era innamorato cotto della Rosa e pareva sempre disposto a prendersela.... Ma come si fa?

L'ho presentato a tutte le signore, incominciando dalla sindachessa, per non destar gelosie. Si è preso l'arlecchino, di fravola e di limone, che è il caval di battaglia, ed anche il ronzino, del nostro caffettiere; il quale a tutti i complimenti che gli si fanno sull'arte sua (e qualche volta un po' ironici) guarda i suoi due bigonciuoli pieni di ghiaccio, e coperti di frasche di castagno, dicendo modestamente: "si fa quel che si può, per contentare i signori". Preso il sorbetto, si chiacchiera; le signore vanno a gara per intrattenersi col mio amico, e in breve la conversazione diventa generale. Filippo Ferri è sempre cortese, non sa, non può esser diverso; ma quando vuole riesce amenissimo; e questa volta fa proprio uno sforzo immane di volont

La ragione era questa. Leonardo aveva riappiccato con molto maggior fortuna di un tempo le sue relazioni con la Rosetta, quella Rosetta nipote del gastaldo ch'era andata sposa a Menico caffettiere. Ell'era maritata ormai da più anni, durante i quali il conte Leonardo non l'aveva vista, si può dire, che alla sfuggita, giacchè serbava ancora memoria delle busse avute per causa di lei e non voleva rischiar di pigliarne dell'altre. Ma quel soggiorno forzato di parecchi mesi in campagna gli aveva messo addosso di nuovo il solletico, ed egli aveva spinto ripetutamente le sue peregrinazioni fino ad Oriago a prendervi un bicchierino di rosolio dalla bella caffettiera. Infatti Rosetta era più bella che mai, d'una bellezza sensuale, lasciva, con un paio d'occhioni neri che mandavano fiamme e certe rotondit

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