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Aggiornato: 16 maggio 2025


Tanto il tuo viso è sudicio Di polveri, di intonachi, Di lisci, di cosmetici, Di esotici saponi; Che al corso jer scontrandoti, Io t'ho scambiato, o Clelia, Per un avviso mobile Dell'Agenzia Manzoni. Ieri cadean malati Sindaco e segretario; Oggi son risanati.... Chi fu il veterinario?

Nato in Narbona il buon Danese ancide Piagato in fronte, indi Gusmano atterra; L'ampia Siviglia il crebbe; ei gli recide Le ciglia e gli occhi in tetro orror gli serra; Grison, cui par Sebeto unqua non vide In maneggiar corsieri incliti in guerra, Lacerato le fauci anco trabocca, E sangue e denti gli cadean di bocca.

Ella così parlò: quinci secura Di quel buon cavalier fu la salute, Mentre cadean ne la battaglia dura Tanti baron tra le saette acute. Svegliare intanto Turacan procura Entro gli assalitor forza e virtute, Ed il suo stuol ne la cittate invìa, A cui dincontra il gran Orsin sen gìa. Perchè lasciaste, o di Gesù campioni, Sul fior de gli anni la paterna sede?

È un'infinita "Catena!... Tutto muore!... E nel Crëato "Freme eterna la vita!..." Tacque e passò. Cadean le foglie a mille Giallastre e secche; e dietro i tenui fusti Biancheggiavan le mura delle ville; E gli sfrondati arbusti Parevan membra di bimbi malati Usciti da mefitici ospedali; Borea scopava coi buffi gelati Le foglie nei vïali;

Ella rideva... Oh lotta di baci che cadean sonanti e spessi e mescevansi a l'acque! Oh ne la grotta ampia e ninfale mormorii sommessi d'acque e le risa de la mia serèna! Bevemmo e ci baciammo, ivi indugiando. Or quale io bevvi ignoto filtro, inconscio? Era ne la sua bocca, era ne l'acque la virtù cui soggiacque ogni mio senso, amor rilampeggiando? Non so.

Le vesti in cenci lor cadean da’ fianchi, avean nodose mani e scarni volti, e labbra ansanti, come di chi manchi. Col gesto d’una belva che si sazia bevevano alla dolce fonte umana generatrice di forza e di grazia. E più scendea per vene sitibonde il tesoro di vita, e più nel cuore della Sognante rifluiva in onde dense di succhi, turgide d’amore. La vita.

I soldati marciavano serrati; il suon dei passi Cadenzato e monotono rimbombava sui sassi; I tinníti dell'armi pareano strappi d'arpe; Nelle pozze e nel fango cadean le larghe scarpe Insudiciando l'uose strette sulle caviglie; La pioggia scivolava sulle negre mocciglie E imperlava i cocuzzoli dei cappelli alla scrocca.

Parola Del Giorno

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