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Aggiornato: 17 maggio 2025


Spinello Spinelli si buttò nelle braccia di mastro Jacopo. Animo, via! brontolò il vecchio pittore. Non piangere, io credo di aver disimparata quest'arte, e potrei esser geloso di te. Così dicendo, mastro Jacopo asciugava due luccioloni, che erano venuti proprio allora a farlo bugiardo. Quel giorno, Spinello Spinelli entrò raggiante in bottega.

Ecco, andrá o mandará in casa del conte, e come saprá che è piú d'un mese che non vi son ito, scoprirá tutta la bugia, mi terrá sempre per un bugiardo e bisognando non mi crederá la veritá istessa. PANIMBOLO. Bisogna con una nuova bugia salvar la vecchia bugia: andiamo a casa del conte e rimediamo in alcun modo.

E il virtuoso Ximenes? C'è la Giunta degli scarichi; così dice egli a chi gliene parla. La Giunta degli scarichi è il suo grande argomento. L'ha inventata lui, difatti, per le questioni di Castiglia; e gli pare che sia la man di Dio. Con questa, egli ha scaricato anche la sua stessa coscienza. Poveraccio, finalmente! ha tanti carichi sulle spalle, che qualche volta mi vien voglia di compatirlo. Sapete, mio caro Fiesco, che io non l'ho con questa gente; l'ho colla nostra cattiva stella, che ci ha condotti qui, a piatire da vent'anni con un bugiardo, ad inghiottire ogni sorta di amari bocconi. Il mio grande fratello non vuol che si dica; e per rispetto a lui sto zitto. Ma qualche volta la pazienza d

Non è vero, gridò: neppur per sogno. Sfacciato bugiardo! Chi è che la notte pian piano sguscia nel giardino e se ne va alla finestra dell'anticamera, dove apparisce una forma femminile con cui, traverso l'inferriata, scambia strette di mano, e anche baci... e discorsi che non finiscono più? Lei ci ha visti? Come ti vedo in questo momento, dalle mie finestre, caro mio: la notte io dormo poco.

Sempre mi son accorto, ben mio, che tu mi amavi: è del tuo sommo giudicio sprezzar i giovani e amar uomini di consiglio e di riputazione. Ma perché non entro, non volo in casa mia, in camera, in letto? Entra, vita mia: questa è tua casa. FILIGENIO. La ragion n'insegna, l'esperienza ne dimostra, l'autoritá ne conferma che camina piú tardi un bugiardo che un zoppo.

O grasso mondo di borghesi astuti Di calcoli nudrito e di polpette, Mondo di milionari ben pasciuti E di bimbe civette; O mondo di clorotiche donnine Che vanno a messa per guardar l’amante, O mondo d’adulterî e di rapine E di speranze infrante; E sei tu dunque, tu, mondo bugiardo, Che vuoi celarmi il sol de gl’ideali, E sei tu dunque, tu, pigmeo codardo. Che vuoi tarparmi l’ali?...

Giusto, dando un'occhiata alla finestra sanguigna, si sentì venire un po' di baldanza accettando questo presentimento bugiardo: «Mi pare che dove meno me l'aspettava, troverò il fatto mio; qui dentro stanno di sicuro molte migliaia di lire inoperose; sta a vedere che una se ne viene alla chetichella nel mio portamonete

GERASTO. Ed è possibile che in Roma si trovino uomini cosí ignoranti e di fatta condizione che non si voglino persuadere che altri non sieno quelli che sono, e or si vogliono far conoscere per quelli che non sono? NARTICOFORO. Non fu inteso mai il piú insigne mendacio in questa machina mundiale! GERASTO. Perché sei incredulo? NARTICOFORO. Anzi, tu bugiardo?

Scusate, ve ne prego; soggiunse la signora Szeleny, tenendo la sua mano in quella del giovine, ed aiutando anzi con essa la sua perorazione vittoriosa; noi donne siamo fatte così; quando ci mettiamo allo specchio vi restiamo fino a tanto che il troppo sincero testimone, o per compiacenza, o per stanchezza, non diventi bugiardo.

La Nena prima si fece seria seria; ma infine, vedendo che quell'altro non la guardava nemmeno, lo scongiurò di non farla diventar matta gridando che se aveva in mente di tradirla, sarebbe stato un bugiardo, un traditore, un infame.

Parola Del Giorno

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