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E Cantasirena dopo consegnato il bastone e i fiori alla Gioconda, colla mano rimasta libera cercava il dispaccio nelle tasche, senza mai riuscire a trovarlo. È una perdita incalcolabile! Uno dei grandi lutti della patria!... Lo amavo come un fratello!... Lo veneravo come un secondo padre! Eh! avanti! borbottò di nuovo il signor Brunetti.

Poi, appena uscito il Laner in cerca dei fiori, andò a baciare Evelina, correndo coll'occhio sulle cartelle. Il marchese Duranti? Niente Duranti! Sospeso! Teniamolo in sospeso! Gli ho scritto e non mi ha risposto: l'ho incontrato e ha finto di non vedermi! Ah, ah! Ma io gli domanderò alla prima occasione: È diventato orbo lei, o è diventato asino?... Ah, Brunetti, quanta ingratitudine!

Egli rimase muto un istante, guardandosi attorno come smarrito, come invocando un conforto, poi a un tratto esclamò con grande dolore e insieme con grande espansione: Ah, Brunetti, Brunetti mio! Non sapete la disgrazia? Evelina, Evelina! Sai chi è morto? Tutti, meno Evelina, rimasero sorpresi, guardando il Direttore. Chi era morto?

Ah, finalmente! Sono due ore che vi aspetto! Gli occhi del signor Brunetti erano ancora stravolti dall'ira, ma il tono della voce era gi

Ci fu un momento di silenzio, poi si udì ancora Pietro Laner che diceva, come per congedarsi: Se permette, signor Brunetti, ho da parlare colle signorine.... E quasi subito, entrava nella saletta. Chi è questo signor Brunetti? domandò Evelina con voce assai commossa a Pietro Laner. È il rappresentante della cartiera di Maslianico. Quello che forniva la carta per il Rinnovatore.

E la Gioconda, intascate le dieci lire, se la svignò con insolita prestezza. Voi, disse Cantasirena a Pietro Laner, aspettatemi pure. Vado un momento dal Brunetti; poi vi darò due righe per il Bizzarelli fece per andarsene; l'altro l'afferrò per un braccio. Che Bizzarelli! Che amministratore! Ma vuol darla ad intendere anche a me? Il povero Bizzarelli è un suo creditore come gli altri!

E improvvisamente impugnò di nuovo il revolver: ma il Brunetti fu pronto e glielo strappò di mano. È anche il suo modo di trattare che mi ha offeso, che mi ha fatto andare in bestia. Tante preghiere, tante promesse, tanti giuramenti per aver la firma, e dopo non farsi più vivo! Almeno avvertirmi che non poteva pagare! Ho sempre sperato.... fino all'ultimo momento.

Vi serva di regola in avvenire!... E i fiori?... Gioconda!... Gioconda!... Voi, Pietro, che avete la passione dei fiori, fatene un bel mazzo per la mia Eleonora! Ahuf! Non ne posso più! È una giornata delle più tremende!... Ah, povero Fara-Bon! È un chiodo fisso qui, e rivolgendosi al Brunetti si picchiava forte l'indice teso contro la fronte, un chiodo qui! qui! qui!

Pietro Laner sopratutto, il Bardo Trentino! era solo a Milano e non poteva tornare presso la sua famiglia perchè l'Austria lo avrebbe arrestato e processato. E poi anche lui, insomma, non voleva aver l'aria di un morto di fame. Il Brunetti, sulle prime, si era messo a gridare, a protestare, arrabbiandosi, infuriandosi di nuovo.

La macchinetta delle fotografie istantanee, sostituita ai voli, alle creazioni del genio! Caro Brunetti, io mi ritiro dal giornalismo, dalla politica: sono vecchio e non ho più tempo da perdere. Voglio migliorare la mia condizione; lasciare uno stato alle mie figliuole, e il mio nome alla gratitudine di un popolo.