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Aggiornato: 23 giugno 2025
Morti di fame, perchè la nostra parte.... l'ha mangiata lei! Il Bizzarelli, il Vergani, gli altri, lo tiravano per la giacchetta: volevano farlo sedere, volevano farlo star zitto, ma non c'era verso. Lasciatemi parlare! gridava il Brunetti più forte, più rosso, più in furia. Lasciatemi parlare! Sono mesi e mesi che ingoio, che soffoco, che mi strozzo! Sissignore!
Siamo intesi! e il Direttore, che pareva stanco e un po' seccato, gli diede la mano per congedarlo, col solito fare di benevola degnazione. Era diventato lui adesso, Matteo Cantasirena, il creditore del signor Brunetti!
La prima fila delle sedie era occupata dai giovani collaboratori delle Risorse Italiche, venuti col direttore da Milano. Le testine ben pettinate e lucenti, i visetti seri e impassibili non esprimevano altro che la boria schifiltosa di non volersi confondere coi provinciali.... Vide il Brunetti, il Bizzarelli.... Dio, quei visi lunghi come la fame!... Non ricordavano altro che debiti, scadenze, querimonie!... Cantasirena soffiò stizzito e continuò a girare collo sguardo. Il Vergani pareva mezzo addormentato.... Il marchese Duranti, seduto di sbieco sdegnoso e arcigno.... Pietro Laner cretino, imbecille! sospirava.... D'un tratto Cantasirena s'incontrò negli occhiali luccicanti di Evelina, acquattata all'ombra, in mezzo ad un gruppo di signore: le autorit
La defezione del Bizzarelli, del Brunetti, del Vergani, che costituivano un tempo la vecchia guardia del direttore, era stata impudente, sfacciata: prova certa che per lui, non c'erano più speranze.
E allora di che cosa vi lamentate, santissimo Iddio! esclamò Cantasirena con un'alzata di spalle. Non correte più nessun pericolo! Ma l'ho dovuta pagare io e toccava a lei! replicò il Brunetti sbalordito dalla logica del Direttore. Io ho dovuto correre come un matto per trovare le diecimila lire e farmi strozzare.
Io mi sono sbagliato! Io sono stato un asino a fidarmi! Ad accettare la firma del Direttore! continuava il Brunetti gridando. Se io non facevo presto a pagare, avevo la cambiale protestata; ero compromesso, rovinato!... Sono cattive azioni!... È una vergogna! Ma questa volta o mi paga, o mi vendico! e il pover'uomo, s'infuriava anche di più perchè lo lasciavano dire senza troppo inquietarsi.
Dobbiamo essere noi?.... Noi due soli, i padroni del campo? Il Brunetti rimaneva muto; ma si vedeva la sua mano muoversi nervosamente nella tasca dei pantaloni. Dunque? Dunque, che cosa? Sì o no? Intanto.... io non so nemmeno di che si tratta! rispose il Brunetti con un'alzata di spalle.
Tutta gente fatta da me, creata da me, che io ho messo all'onore del mondo! Mi credono un uomo finito, morto, perchè ho avuto le mie buone ragioni per far morire il Rinnovatore! Ma io sono ancora vivo! Ve ne accorgerete, signori! Alle otto e trenta, guardò l'orologio, parto per Roma. Parte?... Per Roma?... esclamò il Brunetti.
Istruzione pubblica, stampa e libreria: SCOPOLI Giovanni, direttore gen. POGGIOLINI Giovanni Luigi, segr. gen. PINI Ermenegildo, ROSSI Luigi, ispettori generali degli studi. Censo e imposizioni dirette: BRUNETTI Vincenzo, direttore generale LUPI Carlo, segr. gen. Dogane: BARGNANI Cesare, dirett. gen. Privative e dazî di consumo: BARB
Quanto al Tolomei, sussurravano i meglio informati, è sempre stato uno spiantato. Vive di questo: si guadagna la vita a furia di andare in malora! Tutti gli altri? Il Bizzarelli, il Brunetti, il Vergani? Creature del Cantasirena e del Fontanella! Fantocci, teste di legno; tutta gente che casca in piedi! Quel beì del conte Bobboli?
Parola Del Giorno
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