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Aggiornato: 12 giugno 2025


Il capitano Fiesco parlava, e la fronte dell'infermo si era offuscata; gli occhi sfolgoranti si erano ascosi sotto le palpebre; le vivide labbra, ultima bellezza di quel volto, contratte in uno spasimo d'angoscia profonda. Beatrice di Bovadilla! mormorò egli con un filo di voce.

Ed anche il mio orgoglio, bada; replicò Beatrice. Perchè questo non manca mai, e guasta un pochino la tua Bovadilla. Non volevo l'amor suo intorbidato da un ricordo nemico. Pensavo ancora che quell'uomo era grande, e più grande sarebbe divenuto; onde volevo esser grande ancor io. Avrei desiderato che quella donna persistesse nella sua avversione; ed ho usata tutta l'arte mia, tutta la mia pertinacia, tutta la mia eloquenza per vincerla. Dovevo esser lieta della mia sconfitta, non ti pare? E non fu così: n'ebbi dolore; anch'io m'ero inebriata della mia magnanimit

Seguì un rantolo sordo; e un altro ancora, in cui le labbra si torsero. Gli erano tutti intorno, piangenti; Bovadilla innanzi a tutti, con la mano sulla fronte di lui, stillante il gelido sudore della morte. E le scoppiava il cuore, e avrebbe voluto dargli l'anima sua. La vide egli? la vide un'ultima volta, mentre alzava le palpebre, e le pupille stravolte cercavano ancora la luce?

Ma in quel punto Ovando e Bovadilla levarono il muso e rizzarono gli orecchi, brontolando verso l'uscio: Che c'è? disse il Fiesco. Hanno sentito qualche cosa d'insolito? Rumore nel cortile; rispose Polidamante. Sembra uno scalpitìo di cavalli. Visite a quest'ora? ripigliò messer Bartolomeo. Vedrete che sar

Scusami, Fior d'oro, ma io, per eccesso d'amore, son meno forte di te. Accetterei tutti i tormenti; non saprei rassegnarmi al rischio di perderti. Ah, gran fortuna, o provvidenza del cielo, l'arrivo della marchesa di Moya! E l'arrivo inatteso di Giovanna! e gli eventi precipitati, con tutto quello che tu hai veduto stamane! Beatrice di Bovadilla è una donna incomparabile; disse Fior d'oro.

Così avendo incominciato, Beatrice di Bovadilla narrò tutta la storia del conte Fiesco e della contessa Juana. L'anima mite della regina si turbò grandemente al racconto di quella prepotenza inaudita, che, com'ella disse, gridava vendetta a Dio. E giustizia ai suoi ministri in terra; conchiuse la marchesa di Moya.

Vostra Altezza si rassicuri anche contro le illusioni degli occhi; rispose Beatrice di Bovadilla, mettendosi sul grave. Io voglio farle qui una bella confessione. Ah , sentiamo, Bovadilla! gridò la regina, battendo le palme dalla gioia. Tu hai pure un certo modo originale di dir le cose più fini!

Volevo chiedervi se la marchesa di Moya fosse ancora alla Corte. Mi avete detto anticipatamente di no. Nei suoi dominii, avete aggiunto. In quali? Moya, che apparteneva al marito, è in Catalogna. Bovadilla, che appartiene al suo nome, è in Andalusia; ma lontano da Siviglia, mi pare. Ed è a Siviglia, la nobil signora; rispose l'Almirante; ma non nel castello de' suoi padri.

Io lo argomento dall'ira che don Francisco serbò sempre viva contro don Cristoval. Rammentate con quale accanimento perseguitasse egli il suo rivale fortunato? rammentate le catene di San Domingo? Ah, le orribili catene, che hanno stretti i polsi dell'uomo grande e giusto!... E fu un Bovadilla, lo sgherro!... Calmatevi, signora! disse il capitano Fiesco.

Beatrice di Bovadilla stette alquanto in silenzio; segno che sentiva la forza dell'argomentazione. Ma non era vinta; ma non aveva vuotata la sua faretra.

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