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Aggiornato: 24 giugno 2025


Non ci aggiongo con questi sentimenti grossi; ma tanto ti dico che hai gustato e veduto, anima mia, l'abisso della somma, etterna providenzia. Ora rendo grazie a te, sommo etterno Padre, della smisurata tua bontá mostrata a me, miserabile, indegna d'ogni grazia.

Cosí per questo modo s'aumilia con vero conoscimento di , e col lume della sanctissima fede corre a me, Dio etterno, per la cui bontá si truova conservare la buona e sancta volontá che non consente, al tempo delle molte bactaglie, ad andare dietro a le miserie nelle quali si sente molestare.

E prima, del lume generale. Alora Dio etterno, dilectandosi della sete e fame di quella anima e della schiectezza del cuore e del desiderio suo con che ella dimandava di volerli servire, volse l'occhio della pietá e misericordia sua verso di lei, dicendo: O dilectissima, o carissima, o dolce figliuola e sposa mia, leva te sopra di te e apre l'occhio de l'intellecto a vedere me, bontá infinita, e l'amore ineffabile che Io ho a te e agli altri servi miei.

Nelle monete fu sempre cosí grande ed universale fra gli uomini la stima di quelle che piú perfette e pure nel loro metallo fossero, che niuna moneta ebbe mai corso e fama in molte nazioni, e per lungo tempo a un tratto, che perfettissima non fosse in bontá di metallo.

Ma Io, somma providenzia, providi a questa necessitá: unde, non costrecto dalle vostre giustizie virtú, ma dalla mia bontá, vi diei el vestimento per mezzo di questo dolce e amoroso Verbo unigenito mio Figliuolo.

Questo decreto, frate, sta sepulto a li occhi di ciascuno il cui ingegno ne la fiamma d'amor non e` adulto. Veramente, pero` ch'a questo segno molto si mira e poco si discerne, diro` perche' tal modo fu piu` degno. La divina bonta`, che da se' sperne ogne livore, ardendo in se', sfavilla si` che dispiega le bellezze etterne.

Tu, abisso di caritá, pare che impazzi delle tue creature, come tu senza loro non potessi vivere, con ciò sia cosa che tu sia lo Dio nostro che non hai bisogno di noi. Del nostro bene a te non cresce grandezza, però che tu se' immobile; del nostro male a te non è danno, però che tu se' somma ed etterna bontá. Chi ti muove a fare tanta misericordia?

Tu, amore inextimabile, l'hai manifestato dandomi la medicina dolce e amara, perché io mi levi in tucto da la infermitá della ignoranzia e negligenzia, e con sollicitudine e anxietato desiderio ricorra a te, cognoscendo me e la bontá tua, e l'offese che sonno facte a te da ogni maniera di gente e spezialmente da' ministri tuoi, acciò che io distilli uno fiume di lagrime sopra me miserabile, traendole del cognoscimento della tua infinita bontá, e sopra questi morti, e' quali tanto miserabilmente vivono.

E piú gode de' diversi modi che vede, che se gli vedesse andare tucti per una via, perché vede manifestare piú la grandezza della mia bontá. D'ogni cosa gode e traie l'odore della rosa.

Unde il fuoco della tua caritá non si debba può tenere che tu non apra a chi bussa con perseveranzia. Adunque apre, diserra e spezza e' cuori indurati delle tue creature: non per loro che non bussano, ma fallo per la tua infinita bontá e per amore de' servi tuoi, che bussano a te per loro. lo', Padre etterno, ché vedi che stanno a la porta della Veritá tua e chiegono.

Parola Del Giorno

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